Le coperture in cemento/amianto dell’edificio ex bocciodromo di Modena est saranno rimosse entro l’anno nei modi concordati con l’Ausl (rimozione o incapsulamento) e non entro il 2013, come intendeva fare la proprietà. La richiesta di anticipare l’intervento è stata avanzata dall’assessorato comunale all’Ambiente che ha in tal modo accolto le preoccupazioni dei residenti di cui si è fatta interprete la Circoscrizione 2.

Lo ha comunicato l’assessore Simona Arletti rispondendo all’interrogazione urgente illustrata lunedì 8 ottobre in Consiglio comunale da Adolfo Morandi. Il capogruppo del Pdl ha portato all’attenzione dell’Aula la situazione dell’edificio, la cui copertura in eternit “si sta sbriciolando con conseguente dispersione nell’aria di polveri d’amianto, materiale gravemente nocivo per la salute e che costituisce accertata causa di patologie tumorali”. Morandi ha anche suggerito di attingere le risorse per la bonifica di questo, ed eventualmente di altri edifici nelle stesse condizioni, “dal tesoretto rappresentato dalla sopravvenienza generata dai maggiori trasferimenti da parte dello Stato, che hanno portato a un saldo attivo del bilancio comunale”.

Sottolineando che è il proprietario dell’immobile a dover intervenire in tali casi e non la amministrazione pubblica, l’assessore Simona Arletti ha aggiunto: “Assessorato e Circoscrizione seguiranno con attenzione l’evolversi della situazione – ma se l’Ausl confermasse l’urgenza dell’intervento e la proprietà non provvedesse nei tempi richiesti, l’Amministrazione comunale potrebbe emanare un’ordinanza sindacale per imporre la bonifica. Sarà quindi l’Ausl a fare un sopralluogo e monitorare la situazione affinché l’amianto venga rimosso entro i termini richiesti”.

L’istanza è stata trasformata in interpellanza su richiesta di Federico Ricci di Sinistra per Modena, che ha rimarcato la preoccupazione sottesa all’interrogazione e alla richiesta d’urgenza, “perché urgente è qualsiasi cosa che riguarda la salute”, ha affermato. “Ciascuno ha le proprie responsabilità e non è l’Amministrazione comunale a doversi fare carico dell’intervento di bonifica, ci aspettiamo invece che l’Amministrazione agisca per far sì che la proprietà provveda all’intervento”, ha rimarcato.

Per il Pd, Michele Andreana ha ringraziato l’assessore per aver chiarito che l’immobile è completamente di proprietà privata: “Un privato che quindici anni fa ha chiesto la trasformazione dell’area in edificabile, ottenendola; per cui oggi vi si possono realizzare parecchie abitazioni, ciononostante il proprietario non ha avviato alcuna azione di bonifica, demolizione o ricostruzione. Non vorrei che l’ordinanza significasse che a farsi carico della bonifica sarà il Comune e quindi, alla fine, diventasse una beffa per la comunità”, ha concluso chiedendo se non ci siano altre forme coercitive che il Comune possa mettere in atto.

Per Sandro Bellei del Pdl “situazioni di questo tipo sono numerose e non si può aspettare che siano i giornali a segnalarle: occorre trovare una formula per costringere i proprietari degli edifici in questione a mettere al riparo i cittadini dal rischio che corrono. Il consigliere ha quindi chiesto “che l’Amministrazione metta in atto una bonifica sistematica attraverso il censimento degli immobili in cui è stato utilizzato l’amianto, a prescindere da chi pagherà, l’importante è che a pagare non siano i cittadini”, ha osservato.

Anche Sandra Poppi di Modena5stelle-beppegrillo.it ha esortato a fare un censimento degli immobili costruiti utilizzando amianto, così come si è fatto per gli edifici pubblici. La consigliera ha inoltre chiesto “se esistono incentivi o agevolazioni fiscali per chi deve sostenere interventi di bonifica, perché c’è spesso un problema di costi”.

L’interrogante Morandi, replicando, ha definito “parziale” la risposta dell’assessore e ha ribadito: “Di fronte a situazioni di questo tipo, l’Amministrazione deve identificare le situazioni di pericolo per la collettività e, visto che si tratta di interventi di salute pubblica, non si può trascurarli o rimandarli ma piuttosto pensare a rivalersi sui proprietari successivamente”.

Concludendo, l’assessore ha ricordato che il Comune ha collaborato attivamente all’obiettivo regionale Amianto zero nelle strutture pubbliche, ma che la stessa Regione, con competenze in materia di sanità pubblica, non ha esteso il progetto alle proprietà private. “Per fare un censimento di tali immobili – ha osservato Arletti – occorrerebbe dirottare tutte le risorse della sanità pubblica, ma si tratta di scelte di competenza regionale, mentre il Comune può servirsi dello strumento dell’ordinanza facendosi carico delle spese, anche se si potrà poi rivalere sul privato. Infine, l’assessore ha sottolineato come il privato in questione non abbia partecipato al bando per l’ottenimento di incentivi per rimuovere le coperture in amianto”.