“Caro Direttore,

La competitività delle imprese è un tema che implica anche una coerente politica industriale del paese. I provvedimenti del Governo creano tuttavia spesso l’impressione che si faccia attenzione alla pagliuzza, ma ci si lasci sfuggire la trave” – così Franco Manfredini,  Presidente di Confindustria Ceramica, nella sua lettera aperta -. “La tabella che presentiamo è un esempio eclatante di trave pesante conficcata nella competitività delle imprese manifatturiere, specie quelle che usano l’energia come fattore costitutivo del prodotto, imprese manifatturiere che sono in questo momento una delle risorse più preziose su cui contare per fare uscire il paese dalla crisi.

La tabella mostra una crescita del costo dell’energia per usi industriali al di fuori di ogni logica economica e di mercato. Mentre infatti il puro costo dell’energia in un anno cresce del 13%, che è già una enormità per i tempi di crisi generale in cui ci troviamo, dove i prezzi dell’energia sono in calo in tutto il mondo, la voce denominata dispacciamento è addirittura cresciuti del 50%, e quella relativa alla componente A3 per gli incentivi alle fonti rinnovabili è cresciuta del 54%, raggiungendo una incidenza del 40 % sul costo totale della bolletta per una impresa industriale.

La crescita in un anno risulta quindi essere del 25%, con un costo complessivo di Euro 150 per MWh, che è più del doppio, ad esempio, di quanto paga una analoga impresa tedesca, alla quale lo Stato, a differenza di quanto è avvenuto in Italia, non ha caricato alcun onere parafiscale per le rinnovabili.

Noi ci aspettiamo che il Governo metta subito in atto i dovuti correttivi, che in questo caso non sarebbero comunque a carico delle finanze dello Stato, perché è sufficiente adottare le stesse modalità applicate in altri paesi della Comunità Europea. Ciò che chiediamo è un semplice, logico provvedimento che aiuterebbe concretamente, già da subito, a non peggiorare la già preoccupante situazione economica del nostro paese, preservando la competitività di imprese che, come l’industria ceramica , ma in generale tutto il settore manifatturiero, non possono più sopportare pesi e oneri che distorcono pesantemente le regole del mercato.

Di tutto ciò è bene sia informata correttamente anche l’opinione pubblica, perché gli oneri impropri caricati sulle imprese non sono neutrali per i cittadini . In realtà questi finiscono per subirne doppiamente le conseguenze, poiché questi costi aggiuntivi verranno scaricati sui prezzi dei prodotti e la perdita di competitività toglie alle imprese stesse la capacità di creare valore, di fare nuovi investimenti, di creare nuovi posti di lavoro, anziché pregiudicare quelli in essere”.

Franco Manfredini

Bolletta elettrica di una media azienda ceramica