assistenza«Per il 2013 terremo duro, ma se i parametri sui quali si basano i contributi degli enti pubblici, in primis la Regione, non verranno riconsiderati, nel 2014 i nostri servizi rischiano seriamente di chiudere»: a lanciare l’allarme, oggi nel corso di un affollato convegno tenutosi a Bologna, sono le 200 realtà, con un fatturato che si aggira sui 490 milioni di euro, che gestiscono i servizi per disabili e non autosufficienti in Emilia Romagna che hanno dato vita al coordinamento “Intergruppo accreditamento”.

Ventimila persone seguite quotidianamente, anche 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, da un piccolo esercito di 15.000 operatori.

«Le tariffe sono ferme al 2009, quando l’accreditamento prese il posto dei pessimi bandi al massimo ribasso – denuncianoAlberto Alberani, Legacoopsociali, e Gianluca Mingozzi, Confcooperative –. Nel frattempo i costi delle utenze e dei servizi sono tutti aumentati e noi abbiamo anche rinnovato il contratto di lavoro. Insomma, non c’è corrispondenza tra entrate e uscite e, non essendo enti pubblici, nessuno ripianerà i bilanci. In queste condizioni, i servizi chiudono».

«Non solo – ha ricordato Renato Cesario, dell’Anffas –: noi operiamo con persone che, purtoppo, peggiorano costantemente, a volte repentinamente, e hanno bisogni più importanti da soddisfare, mentre la tariffa riconosciuta dalla Regione è riferita a un utente medio e stabile».

Analoghe le considerazioni di Irene Bruno, dell’Associazione strutture per la terza età di Bologna: «Il rischio – avverte –è che il prossimo anno qualche struttura debba chiudere e le famiglie, anziché disporre di un’assistenza 24 ore su 24 in realtà qualificate, debbano affidare i loro anziani non più autosufficienti a personale, magari volonteroso, ma inadeguato».

Al convegno, dal titolo “L’accreditamento dei servizi socio-sanitari in Emilia-Romagna. Quattro anni dopo…”, hanno preso parte fra gli altri gli assessori regionali Teresa Marzocchi, Politiche sociali, Carlo Lusenti, Politiche per la salute, Luca Rizzo Nervo, assessore alla Sanità del Comune di Bologna.

«Abbiamo chiesto alla Regione la costituzione di una sede di confronto che veda rappresentati i soggetti gestori, i sindacati e le istituzioni – sottolineaAlberani – e l’assessore alla sanità Carlo Lusenti, intervenuto a conclusione dei lavori, si è detto pronto a promuoverlo. Andremo a quegli incontri forti delle nostre proposte e fiduciosi del fatto che possano venire accolte».

«Con l’accreditamento la Regione ha fatto un importantissimo passo avanti, riunciando a mettere all’asta e al miglior offerente persone disabili e non autosufficienti – conclude Mingozzi –. Ora, a quattro anni di distanza, una verifica che porti a aggiornare costi e modalità di relazione è più che doverosa».