fix-ME-4Il regista ha mal di testa e va dallo psicologo: potrebbe sembrare l’inizio di un classico film di Woody Allen, ma qui siamo in Palestina. Raed Andoni, che è stato paragonato al regista americano di “Manhattan”, racconta, attraverso l’analisi per risolvere la sua emicrania, le contraddizioni della società palestinese e della condizione del suo popolo nel film “Fix ME”. E’ uno degli appuntamenti della seconda domenica di “Cuore di Palestina”, domenica 21 luglio, sempre a Teatri di Vita, Bologna (infoline: 051.566330, www.teatridivita.it). Nel corso della serata sono previsti anche la replica di “Ordinary madness” della compagnia di danza contemporanea, per la prima volta in Italia, Sareyyet Ramallah – First Ramallah Group; la lettura fatta da Grazia Negrini della lettera di Mona Shawwa, che si occupa di diritti delle donne nella Striscia di Gaza; la mostra di Ahmad Mesleh; il ristorante con una vera tenda palestinese allestita nel parco dove sostare mangiando o fumando il narghilè; e l’evento collaterale “L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi” di Copi, diretto da Andrea Adriatico, con Anna Amadori, Olga Durano e Eva Robin’s.

E come ogni domenica, a mezzogiorno sarà possibile seguire una lezione di cucina palestinese, con successiva degustazione.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Alle ore 12, lezione di cucina palestinese: Jamil Shihadeh del ristorante Al Salam insegnerà a cucinare il maqlubeh. Gli ingredienti, i trucchi, il significato e infine la degustazione.

Alle ore 19.30 si apre la tenda-ristorante palestinese, che offrirà diversi menù tipici palestinesi (tra maqlubeh, couscous, falafel, kebab…), ma anche il tipico narghilè, a cura di Jamil Shihadeh del ristorante Al Salam.

Alle ore 20, primo appuntamento con lo spettacolo. Torna tutte le sere del festival, come evento collaterale, “L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi” di Copi, uno spettacolo di Andrea Adriatico, con Anna Amadori, Olga Durano e Eva Robin’s, e con Maurizio Patella, Saverio Peschechera e Alberto Sarti. Una folgorante storia camp dello scrittore e fumettista scomparso nell’87: una sorta di delirante “Tre sorelle” di Cechov inzuppate nel delirio caleidoscopico e transgender tipico dell’autore franco-argentino. Una storia che Adriatico, dopo aver indagato l’universo fantasmagorico e allucinato di Copi in “Le quattro gemelle” e “Il frigo” (quest’ultimo proprio con Eva Robin’s), rilegge in equilibrio tra divertimento grottesco e senso della tragedia.

Alle ore 21, è l’ora delle “Lettere dal fronte interno”: lettere di persone e personalità palestinesi rivolte ai bolognesi. Autrice dell’emozionante lettera di stasera è Mona Shawwa, responsabile della sezione dei diritti delle donne del Palestinian Human Rights Center della Striscia di Gaza. La sua lettera verrà letta da Grazia Negrini, fondatrice della Casa delle donne per non subire violenza, e attivista dei diritti delle donne.

Alle ore 21.30, secondo incontro con la danza contemporanea, con lo spettacolo in prima europea “Ordinary madness” della compagnia Sareyyet Ramallah – First Ramallah Group; regia e coreografia di Farah Saleh, insieme ai danzatori Adel Mashriky, Majd Hajjaj, Salma Ataya, Yazan Eweidat.

E’ davvero inaspettata la presenza di una formazione di danza contemporanea in Palestina. In realtà a Ramallah opera ormai da alcuni anni l’unica compagnia della regione, il Sareyyet Ramallah – First Ramallah Group. La compagnia organizza da alcuni anni il Ramallah Contemporary Dance Festival e presenta i suoi lavori soltanto nei paesi limitrofi (Giordania, Libano). A Bologna presenta in prima europea la sua ultima creazione “Ordinary Madness”, che ha debuttato lo scorso gennaio e che racconta i mutamenti delle relazioni umane nella società contemporanea, visti dall’ottica della condizione palestinese. La coreografia è di Farah Saleh, mentre la musica è di Boikutt, compositore e sound artist che unisce hip hop, elettronica e musica sperimentale, co-fondatore dello storico collettivo musicale Ramallah Underground e del trio di musica e arti visive Tashweesh.

Alle ore 22.30, tocca al cinema, con il film di Raed Andoni “Fix ME”, premio “Human Rights Award” al Buenos Aires International Festival Festival.

Il regista ha l’emicrania e cerca di farsela passare: va dallo psicologo, dalla madre, dall’ex compagno di prigione: macché, non riesce a capire se l’emicrania è qualcosa di personale o ha a che fare con la condizione del popolo palestinese, visto che vive a Ramallah…

Un film geniale, una bizzarra docu-fiction che, forse molto meglio di tanti altri film, riesce a esprimere con acutezza e intelligenza (e divertimento) i dubbi dell’intellettuale palestinese contemporaneo, che qui veste i panni di una sorta di Woody Allen mediorientale: quale peso ha l’individuo e quale la collettività in questo preciso momento storico? Che rapporto esiste tra libertà interiore e conflitto israelo-palestinese? Un film apparentemente dimesso, in realtà rivelatore per capire – con lucidità e ironia – la società palestinese oggi, ma anche il ruolo dell’artista. Illuminante.

Raed Andoni è nato nel 1967 in Cisgiordania. Regista e produttore, ha fondato a Ramallah la società Dar Films, con cui ha prodotto numerosi e acclamati documentari di altri autori. Il suo primo film documentario è stato “Improvisation” (2005), mentre “Fix ME” è il suo primo lungometraggio di… quasi-fiction.

“Cuore di Palestina” è nell’ambito di “Bè Bologna Estate 2013”, in collaborazione con Comune di Bologna, Regione Emilia Romagna, Fondazione del Monte, Fondazione Carisbo; con il sostegno di AssoPace Palestina e Hotel Maggiore; con il patrocinio della Missione Diplomatica Palestinese a Roma.