«Obiettivo del prossimo Congresso dovrà essere la rifondazione del Pd. Perché le ultime elezioni politiche le abbiamo perse e rispetto al 2008 abbiamo perso 3,5 milioni di voti. Quando si perde servono cambiamenti profondi, se vogliamo dare una nuova immagine al Pd per poter vincere le prossime elezioni. Questo è tanto più necessario e urgente per dare risposte alla più grave crisi economica e sociale che vive l’Italia dal dopoguerra. Per dare risposta alla crisi di fiducia che c’è tra cittadini, partiti e istituzioni mai così profonda nella vita della Repubblica. Il Pd si deve caratterizzare come forza di cambiamento, di profonda innovazione. Perché servono risposte profonde, radicali per uscire dalla crisi altrimenti il Paese è destinato a un inesorabile declino. In primo luogo il Pd deve mettere al centro del Congresso il progetto per cambiare l’Italia e l’Europa, per renderle protagoniste nel mondo. Dobbiamo mettere al centro la crescita e lo sviluppo perché l’Italia è tornata ai livelli di venti anni fa, mentre parti dell’Europa e del mondo crescono. Bisogna investire in formazione e ricerca per nuovi prodotti e nuove produzioni. Ricordiamoci che in Italia fu inventata la plastica e questa trainò lo sviluppo economico nazionale e internazionale e c’era una delle realtà più avanzate al mondo nell’informatica come l’Olivetti. Nuova impresa e nuovo lavoro possono venire dall’ambiente, dalla sua tutela, e dalla riconversione ecologia dell’economia e delle città, dalla promozione del patrimonio storico e culturale. Serve una innovazione, perché siamo in grave ritardo, nella diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione per imprese e famiglie, per la pubblica amministrazione. Nei settori della medicina e dei servizi alla persona ci sono le nuove frontiere della ricerca che produce ricchezza insieme a una migliore qualità della vita. Anche i settori tradizionali della nostra economia possono rappresentare importanti laboratori per produzioni di qualità, con inventiva e creatività tipici del “Made in Italy” come lo può ben rappresentare il settore agroindustriale. Un cambiamento profondo lo dobbiamo realizzare nei servizi pubblici a cominciare dai servizi alla persona per far fronte ai profondi cambiamenti demografici, calo delle nascite e invecchiamento della popolazione, per mantenere e sviluppare l’universalità delle prestazioni. Per questo è indispensabile un coinvolgimento del volontariato e della impresa sociale con il pubblico che programma e verifica le prestazioni. Serve una nuova politica fiscale che si ponga l’obiettivo di ridurre le tasse su imprese, lavoro e famiglie. Per questo è necessario un taglio netto alla spesa pubblica improduttiva a tutti i livelli insieme a una lotta decisa alla evasione ed elusione fiscale. Oggi per creare nuove condizioni per la crescita e il lavoro e per affermare giustizia sociale serve una profonda riforma delle Istituzioni e della Pubblica amministrazione. Ridurre e semplificare i livelli di governo dai Ministeri alle Regioni, fino ai Comuni, è esigenza improrogabile. Servono meno apparati e strutture statali, servono Regioni che programmino di più e gestiscano meno, superare le Provincie come sono oggi, servono meno Comuni ma che con Unioni e fusioni diano servizi migliori. Dobbiamo superare un campanilismo miope e conservatore che rischia di compromettere la possibilità di erogare servizi qualificati. Perché la democrazia si rafforza se si superano inefficienze e burocraticismi, vincoli anacronistici. La cultura della legalità si afferma legando i controlli con l’investimento in responsabilità, in trasparenza, premiando il merito. Da ultimo ma non per ultimo i partiti e il Pd. I partiti oggi hanno perso gran parte del ruolo e della funzione che la Costituzione assegna loro. I partiti servono ma vanno cambiati profondamente. Devono avere statuti democratici e un finanziamento in larghissima parte volontario e non pubblico. Per questo il Pd deve dare l’esempio. Perché oggi più che mai la politica può recuperare credibilità non solo per quello che si dice ma sopratutto per quello che si fa, per l’esempio che si dà. Anche noi abbiamo spesso predicato bene ma poi razzolato male. Oggi il Pd deve recuperare un rapporto con i suoi elettori, con chi si è allontanato, con i giovani. Per questo serve un Congresso aperto sia per costruire il progetto per l’Italia e l’Europa sia per eleggere il Segretario. Un Congresso a cui possono partecipare e votare iscritti ed elettori come è stato nel 2009. Non dobbiamo avere timore di aprire le porte e le finestre del Pd e di aprire un dibattito franco e sincero fuori da etichette e rendite di posizione. Questa è l’unica strada che possiamo percorrere se vogliamo costruire un rapporto di vicinanza e fiducia con gli elettori e in particolare i giovani.

(Demos Malavasi, componente dell’Esecutivo provinciale del Pd)