Desi-BrunoDesi Bruno – Garante delle persone private della libertà personale della Regione – si è recata alla Casa Circondariale di Bologna. Molto particolare l’occasione che ne ha motivato la visita: i detenuti delle sezioni di “alta sicurezza” dell’Istituto hanno recentemente espresso la volontà di sottoscrivere i referendum su cui è in corso la raccolta di firme promossa dal Partito Radicale. Fra i dodici referendum proposti, alcuni rivestono un’importanza cruciale per i reclusi: abolizione della pena dell’ergastolo, introduzione di limiti al ricorso della custodia cautelare, decarcerizzazione per i reati di droga di lieve entità.

Entro il 30 settembre dovranno essere consegnate in Corte di Cassazione almeno 500.000 firme autenticate e certificate. Nonostante la volontà di dare risposta al desiderio espresso da alcuni detenuti – che peraltro corrisponde al preciso diritto a prendere parte alla vita democratica del Paese – problemi organizzativi ne hanno finora impedito la soddisfazione. Oltre alla raccolta in carcere delle firme, alla presenza di un autenticatore, sarebbe stato necessario reperire i certificati elettorali di ogni singolo detenuto presso i Comuni di residenza: tutto questo entro il termine massimo del 25 settembre. Tempi assolutamente inadeguati per garantire tutti questi passaggi.

La Garante si è recata alla Dozza per dare conto di tutto questo: ha incontrato sette persone, in rappresentanza dei detenuti in “alta sicurezza”, per spiegare di persona le difficoltà riscontrate nella gestione della procedura e accogliere le richieste di chiarimento in proposito.

Compresa la situazione, i detenuti hanno espresso l’intenzione di scrivere – in maniera collettiva – una lettera di adesione alla campagna referendaria: un modo per esserci, comunque, anche da dietro le sbarre.

Nell’occasione, all’attenzione della Garante è stata anche posta la situazione di una persona detenuta in gravissime condizioni di salute. Si tratta di un trentenne da due mesi in sciopero della fame: ha già perso 18 kg e per muoversi ha bisogno dell’ausilio di una carrozzella. Si tratta di una forma di protesta pacifica che questo detenuto sta praticando perché chiede di essere interrogato dal Pubblico ministero.

Durante il colloquio con la Garante, il detenuto ha accettato di assumere una bustina di zucchero: “Un fatto che certamente non risolve la situazione, ma che testimonia del bisogno di attenzione che questo ragazzo sta disperatamente esprimendo”, ha detto Desi Bruno. La Garante si è immediatamente attivata per cercare di sbloccare la situazione: il Pubblico ministero interessato ha garantito che si recherà quanto prima alla Dozza.