carabinieri-manetteAvevano trasformato una casa recentemente sgomberata in quanto inagibile in un laboratorio dello spaccio dove l’eroina pietrificata veniva polverizzata e trasformata in dosi da piazzare sul mercato reggiano. A scoprirlo i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia che a conclusione di una mirata attività investigativa con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti arrestavano il cittadino tunisino B.B.S. 27enne e il cittadino marocchino N.S. 33enne, entrambi senza fissa dimora, ristretti a disposizione della Procura reggiana titolare dell’inchiesta. Nel corso delle operazioni i Carabinieri sequestravano una decina di grammi di eroina originariamente in pietra e polverizzata pronta ad essere suddivisa in dosi, unitamente a vario materiale per il confezionamento delle dosi. L’altra sera i Carabinieri vagliando alcune segnalazioni che riferivano di sospette frequentazioni su un immobile dichiarato recentemente inagibile posto in Via Ramazzini in prossimità del terminal delle corriere, effettuavano i dovuti controlli culminati con il blitz nell’immobile che portava all’individuazione del sunnominato cittadino tunisino sorpreso a eseguire ritagli circolari di una busta di cellophane. All’atto dell’irruzione lo stesso veniva notato nascondere sotto il letto degli involucri di carta risultati contenere una decina di grammi di eroina originariamente in pietra appena tritata e ridotta in piccolissimi frammenti.

Durante la perquisizione giungevano due persone tra cui il sunnominato N.S. che alla vista dei Carabinieri di disfaceva di una dose di eroina. Stava conducendo un cliente nell’immobile della perdizione dove doveva occultare dell’eroina. In disponibilità di quest’ultimo nordafricano 2 cellulari che venivano sequestrati in quanto ritenuti il tramite con i clienti. I due cittadini extracomunitari alla luce di quanto accertato venivano quindi dichiarati in arresto con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Sui cellulari sequestrati si stanno ora concentrano le attenzioni investigative dei Carabinieri certi di poter reperire il bacino di utenza dei due pusher e quindi di ricostruire l’illecito giro di spaccio che gli stessi avevano ricavati nell’area antistante la stazione ferroviaria e del terminal delle corriere di Reggio Emilia.