cacciaNella seduta di ieri, il Consiglio ha approvato la proroga del vigente Piano Faunistico venatorio provinciale 2007/2012 fino alla fine del 2014. La proroga si è resa necessaria a causa della mancata definizione degli indirizzi regionali per la pianificazione provinciale, vista l’incertezza relativa alla persistenza dell’Ente e alle funzioni della Provincia in materia di gestione della fauna selvatica.

La delibera è stata approvata con 20 favorevoli (Pd e Misto) 5 contrari (Fi-Pdl, Pdl, Lega) e la non partecipazione al voto di Scelta Civica e Udc.

Una nuova pianificazione riguarderà solo gli ungulati, coerentemente con quanto disposto nel protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Emilia-Romagna e Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale). Sempre nella seduta di ieri è stato approvato infatti l’aggiornamento del Piano faunistico venatorio sulle densità-obiettivo e la gestione degli ungulati per il periodo 2014-2018 con 20 voti a favore (Pd e Misto), 4 contrari (Fi-Pdl, Lega, Pdl) e la non partecipazione al voto di Scelta Civica, Udc e Rambaldi-Fi-Pdl.

Il Piano riguarda oltre 40 mila ungulati: 27.360 caprioli, 1.310 cervi, 1.443 daini, e quasi 10.000 cinghiali (dati 2013).

Per capriolo, cervo e daino “le densità indicate nelle diverse aree del territorio provinciale sono state individuate analizzando le caratteristiche ambientali dei singoli territori, e nei casi di rilevante presenza di coltivazioni agricole più vulnerabili sono state scelte le densità più basse tra quelle proposte dalla Regione.” Nelle aree di compresenza di più specie “le densità-obiettivo sono state ulteriormente ridotte”. Per il cinghiale “sono state individuate le soglie di danno economico massimo tollerabile per unità di superficie con valori nettamente inferiori ai danni registrati in questi ultimi anni”. Nelle aree non vocate agli ungulati – tutta la pianura e in molti casi la fascia collinare e la bassa montagna – il Piano “ribadisce l’obiettivo di densità zero per le specie non compatibili” indicando strategie efficienti (censimenti, prelievo venatorio con metodologie specifiche, controllo faunistico) per rimuovere gli animali in dispersione.

L’aggiornamento del Piano individua inoltre “i ruoli e le responsabilità dei soggetti che sono tenuti a svolgere le azioni concrete per conseguire gli obiettivi indicati; per cui oltre alle funzioni specifiche degli ambiti territoriali di caccia si richiamano in particolare i compiti gestionali delle aziende faunistico venatorie, prevedendo in entrambi i casi le possibili sanzioni a carico dei soggetti inadempienti”.

Il Piano infine “insiste sull’esigenza di mantenere un monitoraggio continuo degli eventi di danno causato dagli ungulati, sull’applicazione di tutte le possibili misure di prevenzione e sugli eventuali interventi correttivi da metter in atto al fine di adeguare nel tempo gli strumenti agli obiettivi deliberati”.