Sinistra Ecologia Libertà ha già espresso voto contrario all’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nell’azionariato di HERA, al disegno di polo aggregatore per le ex municipalizzate del Nord Est. E dopo la fusione con Acegas (Padova e Trieste), ora è la volta di Amga Udine.

Ciò che è non è assolutamente condivisibile in questa operazione è che HERA anziché svolgere il ruolo di azienda che eroga servizi al suo territorio investe soldi ed energie nell’ampliare il suo raggio d’azione. Si impiegheranno capitali per indennizzare Udine che poi dovremo restituire alle banche con interessi? Se la società deve accendere nuovi mutui preferiamo che lo faccia per collettare a fognatura e depurare i reflui che ancora non sono intercettati o per ridurre le perdite della rete idrica, al 31% ora in Emilia-Romagna. O ancora per promuovere le fonti rinnovabili e per recuperare materia dai rifiuti: cicli virtuosi che concretizzino la conversione ecologica dell’economia che noi vogliamo.

Attivare un’operazione con la quale acquisiamo anche la gestione del servizio gas in Croazia e Bulgaria non sembra la prima esigenza dei nostri cittadini, che si accontenterebbero, magari, di strade e piazze più pulite e tariffe più eque.

Oggi il voto di Sinistra Ecologia Libertà sarà contrario perché questa ennesima fusione porta HERA a perdere il senso della dimensione, proiettata com’è nella sua corsa verso il gigantismo scelto come dimensione ideale per reggere il confronto con le altre aziende esistenti e quotate in borsa. Rendendo sempre più difficile il controllo da parte dei comuni proprietari (centinaia di comuni a questo punto e un 45% di privati) e aumentando l’asimmetria informativa e territoriale che consegna al management ridondante e super pagato di HERA la responsabilità anche di scavalcare le scelte politiche nella conduzione dell’azienda (un esempio, il piano industriale di HERA prevede il 60% di raccolta differenziata al 2015 quando una legge di tutela ambientale fissava invece la percentuale al 65% nel 2012).

Noi ci esprimiamo oggi per un ritorno all’obiettivo di tutela dell’ambiente – non sfruttandone le risorse oltre la capacità di carico – e a una più efficace risposta ai bisogni dei cittadini e delle nostre aziende. Per una corretta gestione dei nostri beni comuni: acqua, energia e ambiente (rifiuti).