“Vi chiediamo di leggere la nostra proposta di delibera. Si tratta di un progetto rivoluzionario sotto molti punti di vista e che crediamo possa portare enormi benefici al nostro paese”. Così Giuseppe Morrone – Coordinatore provinciale SEL e Federico Ricci – Capogruppo SEL in Consiglio Comunale Modena.

La crisi globale e la mancanza di risorse costringe le amministrazioni locali e nazionali a ragionare in termini diversi rispetto agli anni precedenti e ad affrontare le varie problematiche con un approccio del tutto nuovo. Questo riguarda anche il difficile tema della sicurezza e della criminalità organizzata per cui l’atteggiamento “securitario” basato solo sull’aumento dell’organico delle Forze dell’Ordine, vista la mancanza di fondi, non è più possibile.

Sabato 22 febbraio, a Modena ha avuto luogo l’iniziativa di SEL “Le mafie qui da noi” durante la quale è stato affrontato un problema che da anni si cerca di negare o minimizzare: le infiltrazioni mafiosi nel territorio della nostra provincia. Essendo quindi a diretto contatto con una realtà mafiosa ben radicata e volendo proseguire l’impegno preso dal nostro partito con il lancio di tale iniziativa, abbiamo deciso di compiere un passo ulteriore se non addirittura “rivoluzionario”: Chiediamo ai parlamentari e ai candidati a sindaco di sottoscrivere una proposta di legge che preveda la depenalizzazione del commercio delle droghe leggere, atto che andrebbe a completare il percorso iniziato con l’abrogazione della Fini-Giovanardi, una norma retrograda e degna del più cieco moralismo che per anni ha costretto in galera migliaia di giovani.

Secondo uno studio, il 30 settembre 2013, su 64 mila detenuti, 25 mila erano stati condannati per l’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Dato che l’utilizzo di droghe come hascisc e cocacina risulta essere nettamente inferiore rispetto a quello di cannabis, possiamo affermare senza problemi, che circa il 60% di questi reati sia legato all’uso e al posseso di droghe leggere. Ne consegue una spesa economica enorme per le casse dello Stato, senza contare che dati ONU dimostrano come nel mondo i consumatori accaniti di cannabis, nonostante le poltiche repressive messe in atto dai vari paesi, siano aumentati di circa 40 milioni negli ultimi 15 anni.

Il primo paese a compiere questo importante passo senza riserve è stato l’Uruguay a cui noi guardiamo come esempio, non perché animati da un banale capriccio ideologico ma perchè la scelta del paese sudamericano è guidata da un’esigienza molto simile alla nostra: l’eliminazione di una delle principali fonti di guadagno per i narcotrafficanti.

Il 25 marzo del 2013 è passata al vaglio del consiglio comunale una proposta del consigliere Ricci in cui si chiedeve esplicitamente al Comune di Modena di farsi promotore di una simile proposta di legge che prevedesse due assunti fondamentali: consentire esperienze socialmente e economicamente virtuose nell’ambito della legalità e prevedere la depenalizzazione dell’uso e del possesso di droghe illecite, privilegiando un approccio sanitario e preventivo. Su circa 25 consiglieri votanti, 9 si mostrarono favorevoli e 9 furono i contrari; i rimanenti erano assenti o astenuti.

(Per maggiori informazioni sull’istanza: http://www.comune.modena.it/il-governo-dellacitta/ istanze/istanze-2012/84413-12)

Crediamo si tratti di un’occasione importante per diventare (almeno una volta) esempio positivo di ragionevolezza per gli altri paesi del Mondo. La Mafia è un cancro dai confini indefiniti che colpisce anche gli organi preposti alla sua repressione e che molto deve alla complicità di una politica proibizionista più preoccupata di salvaguardare un’immagine di presunta eticità piuttosto che porre le basi per liberare da quella che è a tutti gli effetti una palla al piede per lo sviluppo del paese.