Maserati_2Per la Fiom/Cgil di Modena rimane alta la preoccupazione per il sito produttivo modenese di Maserati Auto. “La nostra preoccupazione – spiega Simone Selmi coordinatore provinciale Fiom/Cgil Gruppo Fiat – nasce dal fatto che le attuali quantità produttive del modello Alfa 4C sono ben lontane dai numeri di previsione. Nel progetto della Maserati c’è l’idea che la Alfa 4C sostituisca in parte la produzione di Maserati, definitivamente spostata fuori da Modena”.

Infatti, nello stabilimento modenese sono attualmente prodotte vetture Maserati destinate ad andare fuori produzione, mentre i modelli nuovi, enfatizzati dalla relazione di qualche giorno fa dell’Amministratore Delegato Sergio Marchionne, Ghibly e Quattro Porte, saranno tutti fatti e prodotti lontano da Modena.

Su questi importanti temi la Fiom ha chiesto un incontro all’azienda, che coinvolga anche le altre organizzazioni sindacali Fim e Uilm, per avere risposte certe e chiarificatrici sul futuro dello stabilimento del Tridente. “A questa richiesta – continua Selmi – non abbiamo ancora avuto nessun tipo di risposta da parte di Maserati che continua di fatto a non riconoscere alla Rsa Fiom e alla Fiom/Cgil un ruolo contrattuale e di rappresentanza”.

Nel mese di aprile la Fiom di Modena organizzerà un incontro con i candidati sindaco alle elezioni Comunali “per confrontarci ed approfondire questi temi – spiega Selmi – e per capire il loro punto di vista sul futuro di un’azienda simbolo e storia della città di Modena”.

In questi giorni sono in programma i festeggiamenti del centenario della Maserati, ricco di appuntamenti, ma anche di preoccupazioni sul futuro di una casa automobilistica che ha fatto conoscere le capacità produttive e professionali che le lavoratrici ed i lavoratori in 100 anni di storia sono stati in grado di esprimere. In una storia centenaria vanno anche ricordati i momenti di difficoltà che la Masarati ha passato, difficoltà superate con il contributo del sindacato, dei lavoratori, delle istituzioni locali, della politica e della cittadinanza.

“Riteniamo sia arrivato il momento – conclude il sindacalista – di individuare un luogo istituzionale dove tutte le parti in causa vengano convocate per avere certezza sul futuro dello stabilimento, sulla mission e sui programmi produttivi”.