assegnoDopo aver prenotato un pranzo per 20 persone in un ristorante reggiano, si sono presentarsi in 6 (marito, moglie, figlio, genera e nipoti) consumando, comunque, un lauto pranzo. Una volta presentatogli il conto non hanno battuto ciglio il figlio ha estratto dal portafoglio un assegno che ha firmato e consegnato alla madre che l’ha dato, al saldo dell’abbuffata, al ristoratore. Il malcapitato ristoratore si è poi ritrovato con un pugno di mosche allorquando, messo all’incasso, l’assegno la banca lo restituiva insoluto risultando falsa la firma di traenza. Non riuscendo a rintracciare i clienti che avevano quindi pranzato a sbaffo, al ristoratore non è rimasto altro che rivolgersi ai Carabinieri di Rubiera formalizzando la denuncia per truffa. Le indagini dei Carabinieri hanno trovato la dovuta svolta grazie alle successive verifiche realizzate comparando la descrizione dei ‘mangiatori a sbafo’ con quelle dei componenti di una famiglia non nuova a tali condotte truffaldine. La prova del nove sulla responsabilità degli odierni indagati, i Carabinieri di Rubiera l’hanno avuta a seguito di apposita seduta di individuazione fotografica, nel corso della quale il ristoratore ha riconosciuto negli odierni indagati i responsabili del raggiro.

Con l’accusa di concorso in truffa, i Carabinieri della Stazione di Rubiera hanno quindi denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia una casalinga 45enne ed il figlio 23enne entrambi residenti a Reggio Emilia. Le indagini avrebbero rivelato che la donna ha prenotato i ristorante provvedendo al “pagamento” del banchetto consegnando l’assegno al ristoratore, dopo che lo stesso era stato falsificato dal figlio che vi ha posto una firma volutamente falsa.