OrlandiSi svolgono questa mattina le esequie, in forma strettamente privata, per suo volere personale e della famiglia, dell’ing. Angelo Orlandi Presidente dell’Automobile Club Modena scomparso domenica sera a pochi mesi dal compiere 92 anni.

Con la sua dedizione, la sua lucida visione dei problemi e la straordinaria saggezza nel risolverli, ha rappresentato un sostegno insostituibile per il nostro Ente.

Lascia un vuoto enorme che sarà difficile colmare in tutti i suoi delicati incarichi, svolti sempre con rigore e lungimiranza.

Nella sua presidenza, 59 anni consecutivi, ha saputo far crescere l’Ente modenese sino a portarlo ad essere tra i top 4 a livello nazionale.

Quando parlava di questo suo lunghissimo incarico, amava ironizzare citando la storica frase con cui Enzo Ferrari, all’atto delle elezioni del Consiglio Direttivo dell’ACI Modena del 1956, fu mentore della sua elezione: “E’ ora di rinnovare, dare spazio ai giovani e rilanciare l’Ente modenese un po’ stagnante”.

Discendente di una delle più note famiglie di carrozzieri per pullman Gran Turismo nel mondo, ed unico figlio maschio con tre sorelle, era personaggio molto stimato non solo a livello locale e nazionale, anche per il suo grande amore e credo nell’Aci e nel mondo dell’automobile.

Non poteva essere diversamente per chi, da bambino, veniva “spupazzato” e preso a sedere sulle ginocchia, da icone dell’automobilismo internazionale del calibro di Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Enzo Ferrari e non solo.

In quanto erano i frequentatori abituali di casa Orlandi.

Parmigiano, prosciutto, aceto balsamico e motori hanno lasciato un segno indelebile nel DNA della sua personalità, rafforzata anche dall’essere spettatore privilegiato delle sfide che spesso questi piloti si lanciavano, dopo pranzo o cena, andando a martoriare parco e giardino della casa di campagna, tanto cari alla madre che inorridiva di volta in volta.

L’essere mattiniero, la puntualità e la signorilità, i suoi pregi imprescindibili assieme all’amore per la sua azienda, la Carrozzeria Renzo Orlandi che ha saputo portare ai vertici internazionale vincitrice di molti riconoscimenti.

E’ sempre stato il primo ad arrivare in azienda e da, quando si è dedicato a tempo pieno alla nostra Presidenza, nel suo ufficio in V.le Verdi.

Chi aveva bisogno di parlargli sapeva benissimo che l’orario migliore era dalle 7,30 alle 8.00.

Gran viaggiatore, ha “esplorato” quasi tutte le parti del mondo ed anche avanti negli anni, oltre gli 80, ha passato le sue vacanze estive in posti a dir poco inospitali anche per i più giovani.

Non amava le cose melense, il protagonismo, l’apparire in televisione.

Non amava chi non era puntuale e lo faceva notare. Rimase proverbiale un rimbrotto ad un Sindaco di Modena, del passato, che si era presentato ad una cena ufficiale con 15’ di ritardo, mentre il servizio già aveva portato l’antipasto.

Dicono che avesse fatto cambiare mentalità ai suoi diretti collaboratori romani.

La premiazione dei piloti di ACI Modena è nota per essere una cena più veloce di un vero Gran Premio di F1, entro le 22.30 tutti a casa, come veri atleti.

Durante la guerra, grazie alla sua buona conoscenza della lingua tedesca, è stato protagonista d’alcuni episodi che sarebbero rimasti nell’ombra, per la sua proverbiale riservatezza, se non fossero stati gli stessi interessati a renderli noti per ringraziarlo pubblicamente, alcuni anni or sono.

Ha salvato la vita ad alcune persone, che erano state oggetto di un rastrellamento da parte dell’esercito nazista assieme ad alcuni operai della sua ditta che allora era di fronte al campo volo, poi Aerautodromo.

Li spacciò per suoi dipendenti, indispensabili per la produzione, allora riconvertita e ne ottenne la liberazione.

Una situazione che poteva costargli cara, molto cara.

Dopo la fine della guerra si è laureato in Ingegneria meccanica al politecnico di Milano, nel 1947.

L’anno successivo il padre lo ha mandato a fare esperienza negli States, per 5 mesi, nel cuore dell’automobilistica Detroit, presso le “big three”.

Prese, progressivamente, le redini della carrozzeria di famiglia che, sotto la sua guida, ottenne prestigiosi risultati in Italia e all’Estero e numerosi successi nei concorsi internazionali di settore.

Dopo aver ceduto una prima parte del pacchetto azionario all’Iveco, ha lasciato l’attività ed ogni incarico operativo, alla Carrozzeria Renzo Orlandi, nel 1989 quando cedette tutto il pacchetto azionario, al socio di maggioranza.

Nei primi anni della sua presidenza in ACI Modena, la nostra città ha vissuto uno dei momenti agonistici più rilevanti grazie all’organizzazione di manifestazioni di velocità, all’Aerautodromo.

Si spaziava dalle gare riservate agli universitari, con la presenza di Umberto Agnelli, che faceva preparare in gran segreto dalla famiglia la propria Fiat 1100 da Stanguellini, a quelle di campionato italiano, per arrivare alle gare riservate alle monoposto di F2 e F1.

Allora Modena, come Monza, era un circuito permanente gli unici due in Italia.

Riuscì sempre a portare, sullo schieramento di partenza, il meglio tra i piloti ed i costruttori dell’epoca. La parte più impegnativa era il confronto, economico, con Enzo Ferrari, per garantirsi la presenza delle “Rosse” sullo schieramento.

La sua professionalità, competenza e passione per l’automobile fecero rapidamente progredire l’importanza dell’A.C. Modena, entrando anche nei vertici operativi e decisionali, a livello nazionale.

Dopo essere stato Presidente di Sara Assicurazioni, dal 1974 al 1982, fu cooptato alla presidenza del Soccorso Stradale ACI 116, a seguire di Aciglobal, che fece crescere in modo esponenziale sia per i servizi, sia per l’efficienza economica.

Lasciata la presidenza operativa di Aciglobal, tre anni or sono, ne è diventato Presidente Onorario con alcuni specifici incarichi operativi, facendo sempre, sino quando gli è stato possibile,la spola tra Modena e Roma ogni settimana.

La presidenza dell’ ACI 116 seguì quello che in molti, allora, definirono “il gran rifiuto”.

Nel 1982 i Presidenti degli ACI locali gli chiesero, all’unanimità, di assumere la presidenza nazionale, come successore di Filippo Carpi de Resmini .

Una sollecitazione che declinò, in quanto non avrebbe potuto seguire lo sviluppo dell’Ente come sarebbe stato nel suo stile di imprenditore, protagonista del fare e non della “poltrona”.

Un impegno pressante, che sarebbe stato necessario in un momento di grande crescita dell’automobilismo e della mobilità.

La necessità di una sua presenza continuativa nella capitale sarebbe stata in contrasto con il suo impegno al vertice dell’azienda di famiglia.

E’ stato commissario dell’AC. Bologna, dove organizzò il G.P. di F1 ad Imola avendo stretti rapporti con Bernie Ecclestone che considerava persona molto concreta.

E’ stato un gran mediatore nelle ultime vicende, relative al succedersi delle presidenze Aci. Presidenza che gli fu, di nuovo, proposta, ma che lui declinò ripetutamente, in quanto già alla soglia degli 80 anni.