maserati-3«Il cuore della Maserati batte a Modena, la testa della Maserati pensa a Modena con tutta l’attività di progettazione, ricerche, sviluppo e di marketing a riconoscimento delle qualità di un territorio che garantisce competenze eccellenti e la creazione di prodotti unici. Di questo l’azienda e la città devono essere custodi e garanti. Il “sistema Modena” credo debba compiere ogni sforzo per creare moderne condizioni di sinergia con il mondo dell’automobile, dando contributi per lo studio e la progettazione di nuovi prodotti d’eccellenza». L’ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi aprendo – venerdì 4 aprile all’auditorium della Fondazione Marco Biagi – i lavori del convegno “I 100 anni Maserati” , promosso da Provincia e Comune di Modena, Camera di commercio e Università di Modena e Reggio Emilia con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio Modena e Confindustria. Ai lavori, presieduti da Andrea Landi, docente del Dipartimento di Economia “Marco Biagi”, ha partecipato il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda.

Il convegno – come ha sottolineato Landi – è stato «l’occasione per riflettere sulla storia della Maserati e più in generale sulle prospettive della nostra industria manifatturiera in una fase di rapide trasformazioni che stanno ridisegnando le filiere produttive dei principali settori». Concetto, questo declinato in chiave locale – con l’analisi del mutamento strutturale della manifattura a Modena – da Giovanni Solinas, direttore del Dipartimento di Economia dell’ateneo, e a livello nazionale – sulla crisi e le prospettive della manifattura in Italia – da Fulvio Coltorti, direttore emerito del Centro studi Mediobanca.

Il convegno si è aperto con un intervento dell’ingegner Alfieri Maserati – figlio di Ettore e nipote di Carlo e Alfieri Maserati, fondatori dell’azienda – il quale ha ripercorso le tappe principali della storia della casa del tridente, creata nel 1914 a Bologna dai fratelli Maserati e rilevata nel 1937 dall’industriale modenese Adolfo Orsi, che la trasferì a Modena due anni dopo. Delle alterne fortune della casa del tridente, dei cambi societari e produttivi ha parlato Alberto Rinaldi di Unimore, mentre Giuseppe Cantore ha sviluppato il tema del rapporto tra sistema formativo, università e imprese nel settore automotive.

«La Maserati è un’azienda che, nell’anno in cui celebra il primo centenario della propria storia, punta a nuovi traguardi – ha detto Harald J. Wester, Ceo dell’azienda – rinnovandosi completamente, ma senza perdere di vista tutti quei valori che l’hanno resa unica nel mondo dei motori e non solo: esclusività, eleganza, confort, potenza, stile, italianità». Una storia illustrata anche visivamente, prima con le immagini storiche presentate da Alfieri Maserati, quindi dai filmati proiettati a corredo dell’intervento di Wester, oltre ai modelli d’auto Maserati prodotti dalla carrozzeria Campana esposti nell’auditorium.

 

IL VICEMINISTRO CALENDA: “ESEMPIO EMBLEMATICO DI AZIENDA CHE HA SOFFERTO E HA SAPUTO RISOLLEVARSI”

Quella di Maserati «è una storia tutta italiana, di grandissimo successo, che può essere presa ad esempio e presenta molti elementi che possiamo proiettare a livello nazionale». Chiudendo i lavori del convegno “I 100 anni Maserati” all’auditorium Biagi a Modena, il viceministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda ha evidenziato i tratti peculiari della vicenda della casa del tridente, «vicenda che conosco molto bene avendo lavorato per sei anni, dal 1998 al 2004, in Ferrari al marketing Ferrari e Maserati». E’ la storia «di un’azienda che era competitiva, poi ha avuto momenti difficili e si è risollevata, supportata dalla Ferrari prima e da un gruppo internazionale ora». Una storia che, a detta del viceministro, offre elementi di ottimismo, perchè «premia il saper fare» ed è emblematica di un Paese che «ha tutte le caratteristiche non solo per mantenere le produzioni industriali e manifatturiere, ma anche per attrarre investitori stranieri».

Nel dirsi «orgoglioso del fatto che Maserati sia tornata protagonista sullo scenario internazionale», il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha evidenziato come Modena sia «un hub, la capitale italiana e mondiale dell’auto da corsa e sportiva. Nonostante i momenti difficili, Modena è una città ancora in grado di attrarre investitori, a patto che non perda la bussola della propria storia».