SanFilippoNeriNovantasette nuovi posti alloggio per gli studenti universitari nel pieno centro storico di Modena, che si aggiungono ai 72 già esistenti, per un totale di 169 alloggi. Sono questi i numeri della residenza universitaria San Filippo Neri in via Sant’Orsola, di cui si è inaugurata oggi una nuova ala.
Al taglio del nastro oggi erano presenti l’assessore regionale all’Università e Ricerca Patrizio Bianchi, il sindaco di Modena Giorgio Pighi, il presidente di ER. GO. Angelo Di Giansante, il presidente della Fondazione San Filippo Neri Maurizio Castignetti, il rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio EmiliaAngelo Oreste Andrisano.

L’edificio, ora integralmente recuperato e rifunzionalizzato da ER.GO – l’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia-Romagna – è una porzione del complesso immobiliare dell’ex Istituto San Filippo Neri, che ha una superficie di 5.800 metri quadri, acquisita in diritto di superficie per 66 anni e destinata a residenza universitaria. Gli alloggi sono articolati in camere doppie e singole. Ogni piano ospita una cucina collettiva e una zona soggiorno. La residenza, inoltre, è completamente cablata. Sono presenti anche una biblioteca con 60 postazioni, sale ad uso collettivo e ricreativo per gli utenti e una piccola palestra.
“Questa realizzazione ha il grande pregio di inserirsi nell’ambito di esperienze di accoglienza degli studenti già esistenti in città – ha detto l’assessore Patrizio Bianchi – Il diritto allo studio contribuisce anche con strutture come queste a rendere le nostre università attrattive e internazionali, offrendo la possibilità di studiare a Modena anche a tanti studenti provenienti da tutto il mondo”.
L’inaugurazione della residenza San Filippo Neri rappresenta il raggiungimento di un importante e più ampio progetto di riqualificazione urbanistica di una zona del centro storico che ha riguardato il comparto dell’Ex Manifattura Tabacchi, recuperato ad uso residenziale, terziario e commerciale.
Il costo dell’intervento è stato di 8.300.000 euro, comprensivo del costo dell’acquisizione del diritto di superficie per 2.251.415 euro. A copertura della spesa hanno concorso la Regione per 4.458.000 euro, il Ministero per 3.598.834 euro ed ER.GO per 243.456 euro.
Ci sono spazi comuni molto ampi, tra cui una corte interna di circa 200 metri quadrati coperta da una struttura vetrata di grande suggestione e funzionalità, essendo dotata di attigui spazi cucina. L’utilizzo di queste porzioni di edificio è oggetto di una convenzione tra ER.GO e la Fondazione San Filippo Neri, con l’obiettivo di una gestione condivisa.
Data l’affinità delle finalità istituzionali di ER.GO e della Fondazione San Filippo Neri, la struttura si rende disponibile a promuovere, realizzare e sviluppare azioni e progetti che mirino alla piena valorizzazione ed utilizzo degli spazi e dei servizi del complesso immobiliare San Filippo Neri. In tal senso, c’è piena disponibilità ad accogliere attività proposte da enti pubblici, privati, istituzioni educative e scolastiche, fondazioni, associazioni culturali e sportive, per favorire gli incontri, la socializzazione e gli scambi culturali. L’obiettivo, infatti, è poter contribuire concretamente non solo alla valorizzazione del complesso immobiliare, ma anche alla rivitalizzazione di un’importante zona del centro storico di Modena, a ridosso della stazione ferroviaria e quindi di facile accessibilità.
Con l’inaugurazione della nuova ala della residenza, infine, ER.GO offre ora complessivamente 384 posti alloggio in città, di cui 93 alla residenza Allegretti, 44 alla residenza Donati, 78 alla Rum e 169 a San Filippo Neri.

Filippi-Neri-MoSAN FILIPPO NERI – CENNI STORICI

Le origini del complesso edilizio risalgono al 1611, quando Silvio Silva, detto Dilani, istituisce con testamento il Convento di Sant’Orsola. L’insediamento religioso era limitato a ponente da una strada chiusa, prolungamento di via Sgarzeria, che lo divideva dal contiguo Convento delle Monache di Santa Maria Maddalena e che finiva morendo nei campi a ridosso della mura (Terraglio).

Nel 1798, sulla scia dei provvedimenti in merito agli ordini monastici ed ai loro beni decise dalla Repubblica Cispadana, il Convento di Sant’Orsola viene soppresso ed i suoi beni mobili ed immobili sono confiscati dal nuovo Stato: della Pala d’altare di Lodovico Lana, raffigurante Sant’Orsola, non si ebbero più notizie.

Anche dopo il Congresso di Vienna (1815) la struttura resterà in carico al demanio e nel 1821 l’architetto Giusmano Soli viene incaricato ed esegue una ristrutturazione per collocare nell’area occupata dal monastero una Caserma di Cavalleria.

Nel 1827 l’edificio viene nuovamente ristrutturato su disegno di Soli e, successivamente, di Francesco Randelli per essere trasformato ed adattato ad orfanotrofio, denominato in seguito Istituto di San Filippo Neri. Dalla prima metà dell’Ottocento, quindi, ospita giovani senza famiglia o disagiati appartenenti alla Congregazione di San Filippo Neri, istituita nel 1810, e all’Orfanotrofio di San Bernardino da Siena.

Anche nel periodo compreso tra le due Guerre mondiali l’Istituto San Filippo Neri viene utilizzato come luogo di accoglienza per i giovani, pur subendo nell’ultima guerra un bombardamento nella parte non interessata all’intervento attuale.

Nel 1970 si trasforma in Convitto studentesco per accordo tra le Amministrazioni locali e l’Istituto San Filippo Neri, con l’obiettivo di agevolare la frequenza delle scuole della città da parte dei giovani fuori sede.