GMI-EnergieHanno già fatto cinque giornate di sciopero con presidio davanti ai cancelli (in foto), i lavoratori della GMI Energie (in Strada Saliceto Panaro 182 a Modena) che da marzo 2014 non ricevono gli stipendi.
La GMI Energie Srl, azienda specializzata in costruzione e manutenzione di impianti elettrici ed idraulici con 11 dipendenti, dal 1° aprile è stata messa in liquidazione dai due soci amministratori, ed è in concordato preventivo in bianco per cessazione dell’attività al 31 luglio 2014.
L’azienda, causa crisi di mercato unitamente a difficoltà gestionali, ha perso negli ultimi due anni oltre il 50% fatturato, e i due soci che avevano avviato l’azienda nel 2010, ne hanno ora deciso la chiusura, mettendo i lavoratori di fronte al fatto compiuto.

“I proprietari – spiega Massimo Valentini della Fiom/Cgil di Modena – hanno sfruttato tutte le agevolazioni previste dalla legge assumendo gran parte dei lavoratori dalle liste di mobilità e dopo pochi anni hanno deciso di chiudere l’azienda”.
Oggi i lavoratori, che sono già in arretrato di 2 mensilità (marzo e aprile 2014) rischiano di lavorare sino a fine luglio (data di cessazione dell’attività) senza di garanzie. I proprietari in questi mesi hanno infatti più volte promesso di rispettare la regolarità nei pagamenti, senza però mai mantenere la parola.
“I lavoratori sono arrabbiati e denunciano la malafede dei proprietari che a inizio aprile avevano convocato i dipendenti per annunciare un ritardo di pochi giorni nel pagamento della mensilità di marzo, senza avvisarli però dell’apertura della procedura di concordato e ben sapendo che la mensilità di marzo sarebbe stata congelata dalla procedura stessa”.
Per questo, se non ci saranno precise garanzie sul pagamento delle retribuzioni, i lavoratori non hanno intenzione di tornare al lavoro e in assemblea hanno assunto questa decisione a maggioranza.
“Inoltre, – continua Valentini della Fiom/Cgil –  durante gli scioperi dei giorni scorsi sono stati chiamati degli artigiani esterni all’azienda a svolgere le loro mansioni. E l’azienda ha anche rifiutato l’accordo per l’apertura della cassa integrazione in deroga che avrebbe consentito di prolungare le tutele per i lavoratori”.

La Fiom e i lavoratori si aspettano perciò il pagamento di tutte le spettanze e chiedono un incontro urgente con il commissario giudiziale per avere garanzie sulla ormai certa conclusione del rapporto di lavoro.