rutelli-vandelliSiamo stati tra i primi a dire sì ad una Moschea a Sassuolo per voce della nostra coordinatrice Maria Cristina Vandelli che ha pubblicamente invitato i politici locali ad accogliere l’appello dei Vescovi Caprioli e Camisasca per permettere alla comunità islamica di avere un luogo di culto accogliente e dignitoso.

Se da un punto di vista tecnico-formale la riapertura del luogo di culto di via Cavour da parte dell’associazione Comunità Islamica di Sassuolo è ineccepibile come si evince dalla relazione prot. int. 20706 firmata dall’Ing. Mazzarella  che consente l’utilizzo dell’immobile di via Cavour, 68 dallo scorso 16 aprile (anche se l’ex Sindaco Caselli, che in tale data era in carica, dice di non essere mai stato a conoscenza del documento, qualcuno dovrebbe spiegare alla città il perché), se da un punto di vista di buon senso, visto l’imminente inizio del Ramadan,  si può comprendere tale apertura come primo atto all’indomani del consiglio comunale di insediamento del nuovo Sindaco, da un punto di vista politico nutriamo più di una perplessità.

Il neo-sindaco Pistoni non ha fatto cenno nel suo discorso di insediamento alla Moschea, nonostante l’argomento sia di pubblico interesse e generi in città, da molte settimane, un dibattito vivo e vibrante. Sassuolo ha bisogno di una Moschea che sia un luogo anche architettonicamente rilevante, capace di essere attrattivo, ma il luogo idoneo va trovato attraverso un percorso partecipato tra comunità islamica e cittadini. Non è un’amministrazione comunale, di sinistra o di destra, che decide se fare o non fare un luogo di culto ma è la città, tutta, che sposa o meno l’idea. La nuova amministrazione deve  essere chiari, fin da subito, sulla quantità di centri di cultura islamica in città che ritiene sufficienti. Già durante l’amministrazione Pattuzzi (2004-2009) la presenza di due centri di cultura islamica a Sassuolo causò problemi.

Inoltre la riapertura di via Cavour andava corredata da un regolamento di diritti/doveri per evitare, come successo in passato, problemi legati al contesto urbano e al disagio per i residenti.

Il nostro auspicio è che la Moschea esca da diatribe di campagna elettorale e che il tema possa essere affrontato, in modo chiaro, davanti alla città e non nelle segrete stanze della politica.