Franco-Zavatti“Con immutata fiducia, il Sindacato ha debitamente segnalato l’ennesimo caso di lavoro nero e irregolare agli Organi inquirenti, vivendo uno sgomento che spiazza e va oltre la normale “attività di tutela” sindacale.
Ne riassumiamo i tratti significativi e sconcertanti, prescindendo dai nomi ed elementi identificativi sui quali lavorerà chi di dovere, perché è decisivo trarne ulteriori impegni concreti, per le istituzioni, le associazioni delle imprese e delle professioni del territorio, per contrastare con maggiore determinazione un’economia illegale, che vive qui e cresce dentro a quella “normale”.
Sono i tanti casi di grandi imprese e marchi affermati dei nostri territori, che “affittano rami di attività” aprendo i loro cancelli e reparti a ditte esterne che “costano poco”, spesso a cooperative fasulle come nel caso che descriveremo, che si fanno largo grazie al lavoro irregolare, ad incredibili condizioni di sfruttamento ed autentico neocaporalato, troppo contigue alla economia malavitosa che sempre più si sta importando e radicando.

Nel fare la loro coraggiosa segnalazione, un gruppo di lavoratori – italiani ma sopratutto stranieri – così si esprime :

“…lavoriamo per la ditta…senza sicurezze e come robot.
Se segnaliamo qualsiasi difficoltà, il Capo dice di andare a casa e non venire più a lavorare.
Il titolare della nostra cooperativa è il signor…ma hanno anche un’altra cooperativa.
Nei casi di grave infortunio che ci sono stati, il Capo ci accompagna in ospedale e dice di dire che il fatto è accaduto a casa e non sul lavoro e di conseguenza perdiamo la paga e anche l’infortunio.
E’ così da quando si lavorava a Modena ed anche peggio nell’altra provincia vicina di…
Il Capo vende anche le residenze ai lavoratori che sono senza.
Normalmente noi lavoriamo più di 250 ore al mese, chi non è del tutto in nero ha contratto part time e pagati in nero.
Due giorni fa è arrivato un controllo e i nostri Capi hanno nascosto 12 di noi senza contratti, chiudendoli dentro la cella (ndr. frigorifera)” .

Non c’è spazio per ironie o sarcasmi, ma vien da pensare che Prato non è lontana e se là i 7 lavoratori cinesi senza volto sono morti bruciati vivi, qui in 12 potevano congelare !
Parliamo di due false cooperative, con sede legale nello stesso identico indirizzo di un grande comune modenese, con Amministratori Unici o Consiglieri nominati “a tempo indeterminato” provenienti da Casoria, Napoli e provincia, e che hanno lavorato per grandi e ben piantate imprese di Modena e provincia.
False cooperative, perché così si evade o ricicla il nero più facilmente, già opportunamente segnalate in passato.
Entrambe le imprese sono registrate nell’immancabile settore della “logistica e trasporto” e che poi assumono in affitto rami di attività produttiva dentro a fabbriche prestigiose in tutt’altri settori, che possono andare dalla chimica, all’agroalimentare, dai servizi al grande trasporto.

Il Sindacato è quasi sempre escluso e tenuto fuori da queste imprese.
Quasi sempre il lavoratore che ci chiama, rischia di essere lasciato a casa o altre minacce peggiori.
Non è più accettabile che in questa nostra società, si guardi ed affronti solo di striscio realtà lavorative così degradate, illegali ed a forte rischio di collusioni malavitose. Magari dando la colpa alla crisi.
Non può occuparsene solo il sindacato.
Per prime le grandi imprese che “affittano” loro pezzi di attività, non possono dire il classico “non sapevo”, perché le irregolarità avvengono dentro casa loro e sotto gli occhi di dirigenti, professionisti aziendali e dei lavoratori tutti.
E non basta affidarsi ai controlli ispettivi degli organi di controllo dello Stato, peraltro in crescente difficoltà a causa dei gravi tagli a risorse e personale”.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)