lavoro-sicurezza“Rimandare l’obbligo di installare sui tetti delle case dei nostri territori le “linee vita”, ovvero i dispositivi permanenti di ancoraggio che prevengono la caduta dall’alto dei muratori e di tutti i lavoratori che operano sui tetti (lattonieri, antennisti …), vuol dire mettere a rischio molte vite. Un rischio che non ci possiamo permettere”.

E’ quanto ha dichiarato Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale della Cisl con delega alla salute e sicurezza sul lavoro, dopo che l’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, con una norma nella legge finanziaria regionale inserita all’ultimo minuto della legislatura, ha rimandato l’obbligo di installare sui tetti delle case i dispositivi permanenti di ancoraggio e sicurezza.

Il provvedimento sarebbe dovuto entrare in vigore già lo scorso 15 luglio, invece è stato spostato al 31 gennaio 2015 alla chetichella, senza alcuna consultazione dei sindacati dei lavoratori. Un’ulteriore ritardo che va a sommarsi a quelli già accumulati, visto che la nostra regione non è certamente all’avanguardia rispetto a questa importante misura di salute e sicurezza sul lavoro: l’obbligo di installare la “linea vita” è già in vigore in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto (per gli installatori dei pannelli fotovoltaici). Difatti, la normativa precedente già prevedeva un periodo transitorio di sei mesi, nel corso del quale i Comuni avrebbero dovuto formare i tecnici con lo scopo di promuovere la misura presso gli amministratori condominiali, le imprese, i cittadini e i lavoratori.

Un allarme, quello della Cisl regionale, che trova ampia conferma nei numeri, infatti gli infortuni per caduta di persona dall’alto riconosciuti e indennizzati dall’INAIL in Emilia Romagna negli anni 2010-2012 sono impressionanti: ben 5.925, di cui 16 mortali, 236 con rendita permanente, 759 con indennizzo in capitale, 4.914 con conseguenze temporanee. Nel complesso dei settori, le cadute dall’alto rappresentano il 18 % degli infortuni indennizzati, con un picco del 33% nell’ambito delle costruzioni.

“L’Assemblea legislativa – ha rincarato la dose il sindacalista – con il rinvio del provvedimento ha commesso un grave errore, rischiando concretamente di dar manforte a chi sfrutta la crisi economica come alibi per ridurre in maniera sconsiderata i livelli di salute e sicurezza sul lavoro”. “Per la nostra organizzazione la salute e sicurezza sul lavoro – ha concluso Donnarumma – è un bene primario in alcun modo negoziabile o comprimibile, per questo tra le prime misure che chiederemo alla nuova Giunta ci sarà un impegno supplementare per un lavoro salubre e sicuro, a cominciare dall’immediato ripristino della delibera sulle linee vita”.