Guardia-Finanza-ReggioEContinua senza sosta l’impegno dei finanzieri del Nucleo di  polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia  nell’ambito dell’operazione “Octopus”. Coordinati dalla dottoressa Valentina Salvi, sostituto  Procuratore della Procura reggiana, i militari hanno  approfondito investigativamente gli elementi acquisiti nel  corso degli interrogatori di garanzia effettuati nei confronti
dei soggetti che lo scorso giugno furono destinatari di  provvedimenti restrittivi della libertà personale.Come noto, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale della  Guardia di Finanza di Reggio Emilia ed i Carabinieri del Comando Provinciale di  Reggio Emilia, al termine di una complessa attività di polizia giudiziaria avevano denunciato 41 soggetti, di cui 8 per  associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, riciclaggio, truffa ai
danni dello Stato e i restanti 33 per reati di natura fiscale e riciclaggio.
L’indagine, avviata nell’anno 2011 dall’Arma dei Carabinieri, aveva visto il  necessario coinvolgimento della Guardia di Finanza avendo l’attività  investigativa evidenziato come gli associati, attraverso 12 società “cartiera”  appositamente costituite ovvero acquisite ed intestate a prestanomi ed aventi  sede legale in provincia di Roma, Napoli, Reggio Emilia e Viterbo, mediante il
consolidato sistema delle false fatturazioni, hanno consentito ad imprese  ubicate in numerose altre province di evadere le imposte sui redditi ed imposta  sul valore aggiunto per oltre 13 milioni di euro.

Più in dettaglio le investigazioni hanno portato alla piena  identificazione di tale “Sasà” , amministratore di fatto di una società con sede in Napoli, attraverso la quale avrebbe emesso fatture per  operazioni inesistenti per circa 850.000 euro nei confronti
delle società riconducibili a due persone arrestate lo scorso giugno. Questi effettuavano il pagamento delle false  fatture attraverso bonifici bancari, la cui provvista veniva loro restituita in contanti dal “Sasà”. I due  utilizzavano il contante così ricevuto, ad oggi quantificato in  euro 360.000, per analoghe operazione con una Srl avente sede in Reggio Emilia.
L’esito delle investigazioni hanno trovato puntuale evidenza  nell’ordinanza di arresti domiciliari, emessa dalla
dottoressa Angela Baraldi, GIP presso il Tribunale di Reggio Emilia, nei confronti di L.S. 32enne nativo di Napoli  detto “Sasà”, gravato di precedenti anche specifici in  materia di violazione alla normativa penale tributaria.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella giornata  di ieri.