La Presidenza del Consiglio comunale ha informato il Consiglio che il 21 agosto è stata depositata la sentenza n. 4274/2014, con cui il Consiglio di Stato ha respinto l’appello proposto dall’Associazione Culturale Papillon Rebibbia Onlus Bologna, e dal signor Vito Totire, per la riforma della sentenza del T.A.R. Emilia-Romagna, Bologna, Sez. II n. 455/2013, concernente l’elezione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.

La sentenza ha confutato tutti i motivi di ricorso ritenendoli infondati ed accogliendo definitivamente le argomentazioni del Comune.
In particolare, è stato respinto il primo e principale motivo attinente all’ineleggibilità. La Corte riconosce che la nomina da parte del Consiglio comunale è stata disposta in modo legittimo, successivamente alla delibera di accettazione, da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, delle dimissioni dell’interessata dalle funzioni di esperto presso il Tribunale di Sorveglianza, mentre al successivo decreto ministeriale spetta una funzione meramente ricognitiva.
Palesemente infondate sono state poi ritenute tutte le eccezioni sollevate contro la procedura consiliare seguita per la nomina e concernenti: mancata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana dell’avviso pubblico per la presentazione delle candidature; non congruità del termine concesso per la presentazione delle candidature; individuazione dei criteri di valutazione dei curricula in un momento antecedente alla scadenza del termine per la presentazione delle
candidature; secretazione delle sedute della Commissione consiliare competente per la valutazione dei curricula.
Infine, è stato ritenuto inammissibile l’ultimo motivo di ricorso, concernente la scelta di un Garante che ha ricoperto la funzione di esperto del Tribunale di Sorveglianza. Sul punto, la Corte ritiene che: “al di là del fattore di imparzialità riconosciuto dagli appellanti e dalle precedenti funzioni di esperto presso il Tribunale di Sorveglianza, requisiti che manifestano la intrinseca ragionevolezza della scelta effettuata, si deve rilevare che la censura impinge tipicamente nel merito delle scelte amministrative senza velare profili di arbitrarietà o di illogicità, unici elementi che avrebbero potuto inficiare la scelta effettuata in sede amministrativa”.

La presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, esprime soddisfazione: “per questa sentenza che conferma il buon operato del Comune. Risulta dunque definitivamente confermata la legittimità della nomina della dottoressa Elisabetta Laganà come Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna. A differenza di altri comuni, il Comune di Bologna ha provveduto ad istituire tale organismo di garanzia sin dal 2004, per dare ulteriore voce ai detenuti e meglio tutelare i loro diritti”.