pag-cat-MuseoFigurinaDagli “antenati delle figurine”, piccole stampe in serie, alla cromolitografia. Dall’uso pubblicitario associato più che a ogni altra ditta alla Liebig, all’avventura dell’azienda Panini. Oltre 650 immagini e testi specifici per comprendere un medium tanto amato quanto, probabilmente, poco conosciuto: la figurina. Il nuovo catalogo generale del Museo della figurina, edito dalla Franco Cosimo Panini, dal titolo “Il Museo della figurina: dagli antecedenti alla figurina moderna”, dal 12 settembre sarà in vendita al bookshop del Museo a Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) e disponibile nelle librerie. La data coincide con la riapertura degli spazi espositivi dove si inaugura “Celebrity, icone in figurina”, la nuova mostra collegata al Festival filosofia, che sarà visitabile fino al 22 febbraio 2015.
La pubblicazione racconta la storia, le tecniche, gli artisti, le curiosità che ruotano attorno a questo mondo, senza dimenticare di individuare il contesto in cui si sviluppano, i mutamenti sociali che derivano dal loro uso, le caratteristiche proprie di ogni singola tipologia di oggetto, con le conseguenti specificità collezionistiche.
I capitoli seguono il percorso proposto nella mostra permanente del Museo, prendendo a modello la suddivisione tematico-storica dei sei grandi armadi espositori, e approfondendo alcuni ambiti come la nascita e la diffusione delle figurine nel mondo o la varietà dei materiali ad esse connessi. Si tratta, quindi, di un vero e proprio excursus attraverso la storia della piccola stampa a colori, in particolar modo pubblicitaria, dalla seconda metà del XIX secolo.
A partire dagli “antenati delle figurine”, le stampe antiche di piccole dimensioni e in serie che mostrano già tantissime affinità, anche nei soggetti, con le figurine, si procede a indagare la tecnica principe, la cromolitografia. Dalla nascita – più o meno leggendaria – negli anni Settanta dell’Ottocento della prima figurina, si viaggia in Europa e negli Usa per scoprirne le diverse declinazioni nazionali fino ad arrivare alla ditta che più di ogni altra ha associato il proprio nome a questi piccoli cartoncini colorati: la Liebig. La figurina condivide tecniche e funzioni con tanti altri materiali cartacei che, ognuno a suo modo, interpretano con stili diversissimi i temi più disparati: scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, menu, calendarietti, etichette d’albergo, giornalini per ragazzi, album pubblicati dalle ditte per raccogliere le serie o creati per passatempo dai collezionisti seguendo il proprio gusto e la propria fantasia. Gli ultimi capitoli ci portano infine a un passato più recente, quello che tanti ricordano personalmente o hanno sentito raccontare da genitori e nonni: dal dopoguerra agli anni Ottanta e Novanta, passando per la grande avventura dell’azienda Panini.
La pubblicazione presenta, inoltre, una dettagliata bibliografia di riferimento e un’appendice con cenni biografici degli artisti citati.
Il catalogo è a cura di Paola Basile con la collaborazione di Thelma Gramolelli. Il testo dedicato agli anni ottanta e novanta è di Roberto Farné; il progetto grafico di Antonella Battilani. Pur non esaurendo la mole imponente di materiale esposto e conservato in Museo, il volume, spiegano i curatori, rappresenta un punto di partenza per la sistematizzazione dello studio delle figurine e dei materiali affini, pratico per il collezionista o il conoscitore, dilettevole per l’appassionato.