Beato-Rolando-RiviIn segno di riconoscimento per la beatificazione fortemente voluta da Papa Francesco del martire bambino Rolando Maria Rivi, avvenuta il 5 ottobre 2013, dopo soli sette anni dall’apertura della causa, le Diocesi di Modena-Nonantola e Reggio Emilia-Guastalla hanno organizzato insieme con il Comitato “Amici di Rolando Rivi” un pellegrinaggio per partecipare all’Udienza Generale con il Santo Padre, al termine della quale una delegazione porterà in dono a Papa Francesco una reliquia del Beato.

L’iniziativa testimonia ancora una volta il diffuso affetto nutrito dal territorio nei confronti del martire ucciso, appena quattordicenne, nelle Piane di Monchio il 13 aprile 1945. Il libro del giornalista reggiano Andrea Zambrano “Beato Rolando Maria Rivi”, edito da Imprimatur, analizza tutti i misteri e gli aspetti oscuri di questa vicenda, attraverso un’inchiesta appassionata.

 

Nato a San Valentino, frazione di Castellarano (RE), Rolando Maria Rivi entrò in seminario nell’autunno del 1942 ma nel 1944, in seguito all’occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Continuò però a sentirsi seminarista e a indossare l’abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona. Il 10 aprile 1945 un gruppo di partigiani comunisti lo rapì. Quattro giorni dopo fu ritrovato il suo cadavere, il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e due ferite da arma da fuoco.

Da allora la vicenda di Rolando Rivi è stata relegata in un ingiustificato oblio e la sua uccisione archiviata dalla vulgata come un delitto privato. Finché, dopo molti anni, la sua tomba è diventata meta di pellegrinaggi. Una guarigione miracolosa ne ha riportato in primo piano il martirio. Il 28 marzo 2013, ad appena sette anni dall’apertura della causa di beatificazione, papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio in odium fidei. Il 5 ottobre 2013 Rolando Maria Rivi viene proclamato beato della Chiesa. Il suo sacrificio apre uno squarcio sui delitti del Triangolo della morte, che hanno avuto come vittime preti e religiosi in vista di un’imminente rivoluzione comunista.

Andrea Zambrano è nato nel 1977 a Reggio Emilia. Laureato in Lettere antiche, ha iniziato a fare il giornalista nel 1997 come collaboratore del «Resto del Carlino». Dopo un’esperienza nel settore della comunicazione ha lavorato come redattore e caposervizio cronaca al «Giornale di Reggio». Attualmente è caporedattore del quotidiano «Prima Pagina Reggio». Collabora con testate nazionali quali «Il Giornale» e on line come La Nuova Bussola Quotidiana. Si occupa principalmente di inchieste, attualità politica e cultura cattolica.