Sono 36 i candidati all’elezione del Consiglio provinciale che si svolge sabato 4 ottobre. Oltre a eleggere il nuovo presidente (i candidati sono Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena, e Mauro Smeraldi, sindaco di Vignola) i  696  “grandi elettori”, tutti i sindaci e i consiglieri comunali  modenesi, saranno chiamati a eleggere i 12 componenti del Consiglio provinciale.

Il Consiglio, in base alla legge di riforma delle Province, resta in carica due anni e sarà un organo di indirizzo e controllo: approva bilanci, regolamenti, piani e programmi e ogni altro atto sottoposto dal presidente, oltre a proporre lo Statuto all’assemblea dei sindaci. I consiglieri non percepiranno alcuna indennità, come peraltro il presidente.

Dopo la presentazione di candidati e liste, avvenuta nel fine settimana scorso, e le verifiche di ammissibilità effettuate dall’Ufficio elettorale della Provincia, (sono eleggibili alla carica di consigliere provinciale i sindaci, i consiglieri comunali e i consiglieri provinciali uscenti) sono questi i candidati alla nomina di consigliere provinciale suddivisi per lista.

“Democrazia civica”: Dante Mazzi, Fabio Vicenzi, Giulio Bastai, Gian Paolo Cirelli, Maurizio Forte, Giorgio Montanari.

“Insieme per una nuova Provincia”: Maria Costi, Maino Benatti, Francesca Maletti, Stefano Reggianini, Emilia Muratori, Claudio Pistoni, Luisa Turci, Roberto Solomita, Francesca Silvestri, Antonella Baldini, Romano Canovi, Iacopo Lagazzi.

“Unione Modena civica – Uniamoci”: Germano Caroli, Monica Amici, Giorgio Verrini, Marco Rubbiani, Katia Motta, Arianna Porta, Giordano Rocchi, Clemente Maria Forni, Adelaide Zaccaria, Paolo Bigliardi, Denis Zavatti, Marco Diegoli.

“Forza Italia”: Roberto Benatti, Alfonso Cammarata, Giovanni Gidari, Ugo Liberi, Antonio Platis, Giovanna Zironi.

Ogni elettore, oltre a votare il candidato presidente, voterà una lista e potrà esprimere una preferenza all’interno della lista votata. Il corpo elettorale è suddiviso in sei fasce demografiche (ci saranno quindi sei schede di colore diverso) al fine di proclamare gli eletti con il metodo del voto ponderato che assegna un peso diverso ai comuni a seconda del numero di abitanti.

In base alla legge, alle Province restano le competenze sulla viabilità e trasporti, tutela e valorizzazione dell’ambiente, edilizia scolastica e pianificazione della rete scolastica, assistenza tecnico amministrativa agli enti locali, pianificazione territoriale e pari opportunità.

In base all’Accordo Stato-Regioni siglato di recente, entro il 31 dicembre le Regioni decideranno l’attribuzione delle funzioni che rimarranno alle nuove Province e quelle trasferite ad altri enti.