motti-rockDopo l’apertura del Festivalshow all’Arena di Verona, domenica scorsa, l’On. Tiziano Motti ha aperto sabato a Trieste le danze del prestigioso premio dedicato alle radio, ai DJ e alla musica. 

Si apre il sipario e Motti, con la sua band, appaiono immobili nella penombra come statue, mentre sullo schermo scorrono le immagini del clip “Radio Rock”. Tra il pubblico è un boato (Motti, scherzoso, ha poi ammesso che il pubblico ha evidentemente scambiato il gruppo per gli attesissimi Dear Jack), poi parte la musica di “Siamo tutti assolti” e il ritmo conquista la platea gremitissima incuriosendo gli addetti ai lavori. Tra i giornalisti in prima fila, Giuseppe Cruciani, che ben conosce Motti più volte invitato ai microfoni de “La Zanzara” di Radio 24, rassicura i colleghi “Non è terminator, vi garantisco che quel tizio con occhiali da poliziotto e tuta da motociclista che si dimena, è addirittura un imprenditore emiliano che si è fatto gli ultimi cinque anni al Parlamento europeo come eurodeputato!”. La sala è caldissima con l’esibizione d’apertura, ma il saltimbanco della serata, Charlie Gnocchi, scherza sulla performance: “E’ mio cugino”, senza rivelare nulla del progetto rock di Motti (al 17esimo posto a maggio nella classifica degli album più venduti in Italia). A metà show, dopo una pausa di 15 minuti, sarà sempre Motti a riaprire lo spettacolo con un altro brano dal vivo con cui la sala prende fuoco (“Sei soltanto una ex”), giocando col pubblico e incitando cori da stadio per i Dear Jack.

Sempre Motti, irriconoscibile in abito scuro e cravatta, premierà di lì a poco i Dear Jack, consegnando loro le “Cuffie d’Oro” in veste di presidente della Fondazione Tiziano Motti. Un premio che l’onorevole rock consegna “ad un gruppo di giovani che si è meritato il successo rivolgendo messaggi positivi ai coetanei”.

 

Così la penna di Gianni Poglio verga l’articolo di Panorama.it sulla manifestazione (http://www.panorama.it/societa/cuffie-doro-radio-award-2014-serata-conclusiva/#gallery-0=slide-6): 

“Tutto esaurito, sabato scorso, al Politeama Rossetti di Trieste per la quinta edizione del Cuffie d’oro Radio Awards. Le luci in sala si spengono alle 21 in punto. Un brano di Tiziano Motti apre la serata.  Poi la parola passa a Charlie Gnocchi e Fabio Carini, i due ideatori del premio e conduttori della lunga notte della radio. In platea c’è già fermento per l’arrivo dei Dear Jack, la band diventata un fenomeno ad Amici, oggi tra le preferite del pubblico teen. Appena si palesano, le urla delle fan alzano il livello dei decibel della serata”.

La lunga maratona dei premi attraversa tra gag e battute tutto il panorama radiofonico italiano. Tra molte conferme e qualche sorpresa. La prima è Radio Maria che con Padre Livio si aggiudica le Cuffie d’Oro My Best. Un plebiscito. Giuseppe Cruciani premiato tre volte, riceve un riconoscimento anche da Panorama.it. I lettori del nostro sito lo hanno infatti proclamato il miglior giornalista radiofonico dell’anno.

Il premio Show of the year va a Linus e a Nicola Savino per Deejay chiama Italia. Linus, un po’ claudicante c’è, nonostante il recente intervento chirurgico al tendine. C’è anche Platinette nella sua mise d’ordinanza. In veste di personaggio radiofonico, ma anche di cantante con una intensa versione di “Non finisce mica il cielo. Manca invece Lo Zoo di 105 che ha mandato un video in linea con lo stile e il linguaggio colorito del programma. Premi a pioggia: per Fernando Proce di Rtl 102,5, per Sebastano Barisoni di Radio 24. Il coraggio di cambiare: è questa la motivazione dl Premio Wind of change assegnato a Radio 101. Tra una premiazione e l’altra ci sono gli Oblivion con la loro comicità musicale. Irresistibile il mash up tra Massimo Ranieri e i Beach Boys. Non da meno quello tra Gianni Morandi e i Queen con una versione rivisitata di Bohemian Rhapsody. Quando salgono sul palco i Dear Jack, il Politeama Rossetti si trasforma in un’arena. Tutte in piedi, le fan della band cantano a squarciagola per dieci minuti. Un trionfo. Intorno a mezzanotte uno degli eventi clou della serata: arriva in scena la coppia Fiorello-Baldini e sono fuochi di artificio. Charlie Gnocchi serve l’assist chiedendo al Presidente di Radio Maria in platea se affiderebbe un programma a Fiorello. Interviene Baldini: “Come farebbe a non prendere uno che si chiama Rosario?”. Applausi a scena aperta, fino al gran finale, quando Fiorello concede un omaggio canoro al compianto Lelio Luttazzi. Standing ovattino” conclude l’articolo di Gianni Poglio.