“La carica dei 40.000”, così è stata definita la giornata degli anziani che Papa Francesco celebra domenica a Roma. È normale che il Papa, che ha una certa età ben portata, presti attenzione agli anziani; ascolterà le voci di due profughi dalle terre dell’Isis, di anziani che fanno volontariato, di anziani che stanno in casa di riposo. Giusto. Noi, che gli anziani cerchiamo di rappresentarli, saremo molto soddisfatti se sarà l’occasione per mettere l’accento sulla condizione di fragilità di tante persone anziane, sulla solitudine che le consegna al loro destino di emarginazione, le espone a rischi crescenti, infligge dolore e insicurezza.

E saremmo contenti se il Papa mettesse in evidenza come la solitudine e la fragilità che ne consegue è frutto di una serie di dimenticanze e omissioni della quale è lastricata la strada del nostro Paese: che non ha una legge sulla non autosufficienza e lascia alle famiglie l’onere spesso non sopportabile dell’assistenza; che fa finta di non vedere i 2 milioni e mezzo di anziani che vivono con pensioni di 500 euro, che non prendono più medicine e non vanno dallo specialista perché non possono permetterselo… Chissà se Papa Francesco le metterà sul tappeto queste cose: ci darebbe una bella mano. Anche se non ci facciamo troppe illusioni: è una fase in cui bisogna andare di corsa, bisogna inseguire gli annunci e non c’è tempo per voltarsi indietro.

Bruno Pizzica – Segretario generale SPI CGIL Emilia Romagna