pievepelago-mummieIl cerchio di pietre li racchiudeva come il grembo di una madre mantre il corpo di una donna di circa 30 anni, con due neonati appoggiati sul ventre, era al centro di una corolla di morti, i cui petali erano i corpi di almeno 70 bambini.
Tra luglio e agosto, la ricostruzione dell’incredibile sepoltura di infanti rinvenuta nel 2011 nella cripta della Chiesa di Roccapelago è stata il fulcro di una serie di attività di aperture, visite guidate, ricerca e studio del nascente Museo delle Mummie di Roccapelago che, seppure a regime ridotto, continueranno fino al 31 marzo 2015 (in previsione dell’inaugurazione in programma a primavera).
Nell’estate appena conclusa, circa 3500 visitatori hanno visitato la cripta con le mummie e assistito all’allestimento della sepoltura dei bambini curata dall’archeoantropologa Vania Milani, conservatrice del nascente museo.
Domenica 19 ottobre 2014 si concluderanno le attività di Censimento dei tessuti e delle testimonianze materiali custodite nella famiglie frignanesi “La comunità, i suoi vestiti e le sue radici” che hanno consentito di recuperare importanti documenti relativi al costume e alla tessitura, stabilendo un legame tra le vesti indossate dalle mummie e i costumi locali fino all’inizio del ‘900.
Nel weekend del 27-28 settembre 2014, all’interno della cripta sono stati effettuati nuovi microprelievi alle mummie. L’equipe di ricercatori (Elisabetta Cilli, Sara De Fanti, Mirko Traversari, Maria Francesca Viola) ha prelevato campioni di tessuto intestinale da destinare all’analisi del microbiota, più un set di tessuti per controllo (pelle, muscolo e tessile). È risaputo che esiste una stretta correlazione tra la composizione del microbiota intestinale, le abitudini alimentari di un individuo e il suo stato di salute. Il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nel prevenire la colonizzazione di agenti patogeni e prende parte a numerosi processi metabolici utili per il mantenimento della salute umana. L’analisi della composizione batterica intestinale rappresenta un approccio innovativo rispetto ai metodi classici etno-antropologici, di dedurre informazioni sulle abitudini alimentari, stile di vita e le condizioni di salute di antiche popolazioni, così come la struttura degli ecosistemi microbici umani del passato, che la sola analisi antropologica non può completamente indagare.
La sofisticata analisi molecolare sarà svolta in collaborazione con il Laboratorio di Antropologia e Laboratorio di Antropologia Genetica, Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna diretti dal prof. Giorgio Gruppioni, il Laboratorio di Antropologia Molecolare e Centre for Genome Biology, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali, Università di Bologna, diretto dalla prof.ssa Donata Luiselli, e da Carlotta De FIlippo del Research and Innovation Centre- Fondazione Edmund Mach di Trento.