casa-reclusione-castelfranco-ph-detenzioni.euDopo la visita del 9 ottobre alla casa lavoro di Castelfranco Emilia (Mo), la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, sottolinea come “resta valido l’interrogativo sull’effettiva utilità per gli internati e per la collettività di strutture così concepite”.

Il dato relative alle presenze è di 93 persone (di cui 89 internati e 4 detenuti in custodia attenuata); fra questi, 15 internati non erano fisicamente in istituto, ma in carico alla struttura, in quanto in licenza. Secondo la Garante, “è sconfortante il quadro relativo alla possibilità di lavorare all’interno della struttura; persino la lavanderia, in cui erano impiegati i pochi detenuti in custodia attenuata è allo stato chiusa. E ciò avviene nonostante il lavoro debba rappresentare il contenuto caratterizzante questa misura di sicurezza. Al contrario, mancano progetti di lavoro effettivo e remunerato, lavorando le persone per lo più nelle mansioni alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, e solo pochi internati sono impiegati nell’azienda zootecnica e nel lavoro agricolo e delle serre, che dovrebbero essere la vera ricchezza della struttura”.

Nella casa lavoro, si trovano per la quasi totalità persone che hanno commesso reati a cui il magistrato ha applicato questa ulteriore misura di sicurezza perché considerate socialmente pericolose, per lo più in condizione di fortissimo disagio sociale, con problemi psichiatrici, alcune delle quali con doppia diagnosi. Proprio nei giorni scorsi, si deve registrare un tentativo di suicidio da parte di un internato, salvato grazie al pronto intervento di un compagno di cella. Si tratta di una persona con disagio psichico, che in passato ha trascorso un anno presso l’Opg (Ospedale psichiatrico giudiziario) e che, in precedenti periodi detentivi presso altre strutture, aveva già posto in essere tentativi autosoppressivi. Nel corso del colloquio, l’internato ha riferito di avvertire un miglioramento delle condizioni, anche in ragione dell’integrazione della terapia farmacologica. Ha, inoltre, comunicato che è in contatto con associazioni che si stanno impegnando per il suo inserimento in una comunità adatta alle sue condizioni, ma, essendo senza fissa dimora, non può essere preso in carico dai servizi (l’Ufficio del Garante solleciterà i servizi demografici del Comune di Castelfranco Emilia).

La Garante ha incontrato una rappresentanza di internati e detenuti, i quali hanno espresso forte disagio e preoccupazione in relazione alla vacanza del magistrato di sorveglianza di Modena che ha competenza territoriale sulla struttura, il cui ruolo è temporaneamente affidato, in supplenza, ad altri magistrati di sorveglianza. La mancanza del magistrato (o la mera supplenza) può determinare, e in alcuni casi si è già verificato, il blocco dell’attività ordinaria di esame delle istanze presentate dai detenuti e dagli internati, con conseguente interruzione dei percorsi trattamentali esterni. La carenza di provvedimenti da parte della magistratura di sorveglianza, avrebbe già comportato la cancellazione di appuntamenti, da tempo calendarizzati, con i Ser.T. territoriali, propedeutici alla presa in carico con l’ingresso in comunità terapeutica.

Nel corso dell’estate, l’Ufficio del Garante regionale aveva già segnalato la questione al ministero di Giustizia, al Consiglio superiore della Magistratura e ai Parlamentari eletti in Emilia-Romagna. Appare prioritaria una rapida soluzione, nell’ambito della necessità di risolvere la carenza di organico della magistratura di sorveglianza della regione, sul cui territorio ci sono istituti a forte criticità e complessità, come l’opg di Reggio Emilia e gli istituti penitenziari di Parma. In attesa di decisioni al riguardo, si ha conferma che la vicenda è all’attenzione del Ministero.

Sono presenti anche quattro detenuti in custodia attenuata, con problemi di tossicodipendenza, privi di una reale progettualità. Risulta scarsa la presenza di volontari.