L’impianto complessivo del “Jobs Act” è condiviso dalle Pmi di Apmi Confimi Impresa Modena; ad esso guardiamo con attenzione e fiducia, e insieme con un po’ di trepidazione, i prossimi passaggi, infatti,  sono cruciali, e solo con la definizione dei decreti attuativi saremo in grado di capire se questa è davvero “la volta buona”, oppure se ancora una volta la montagna avrà partorito un topolino.

Se è vero che il paese soffre di immobilismo, questo primo passo, che introduce maggiore dinamicità nel mondo del lavoro, non può che far bene all’economia italiana, ritornando a dare al lavoro il valore che ha, di investimento per il futuro, sia da parte dell’impresa, sia per il lavoratore.

Credo anch’io che, seppure non in modo esclusivo, questo passaggio possa contribuire alla attrattività del sistema-paese per gli investitori esteri, i quali oggi acquisiscono le eccellenze italiane, ma poi portano il lavoro all’estero, finendo per impoverire ulteriormente la nostra economia.

Quanto alla questione del “TFR in busta paga”, a riguardo della quale si è fatta molta confusione, ritengo che l’occasione sarebbe opportuna per porre mano a una seria revisione della “giungla” attuale, confermando ovviamente tutti i diritti dei lavoratori, magari anche introducendo la previsione di una percentuale da riconoscere durante la carriera aziendale, ma al tempo stesso procedendo a una consistente bonifica sul fronte dei mille enti integrativi che si sono innestati in modo spesso parassitario e inefficiente nella precedente riforma.

Ma l’urgenza vera riguarda l’unico fronte che davvero potrebbe incidere sul futuro delle imprese e dei lavoratori: una seria e definita politica industriale che ancora si fatica a individuare, sia in Italia sia in Europa.

La questione Russia-Ucraina, la crisi in Libia, il Medio Oriente tutto, l’emergenza Ebola, ci mettono di fronte a una preoccupante insufficienza dell’iniziativa politica.

Non si vede un’azione, un provvedimento, una strategia che facciano pensare a una seria presa in carico dei problemi, che intanto aumentano e si sommano gli uni agli altri, creando enormi difficoltà alle imprese che stanno esportando e che hanno investito nelle aree di crisi. Nel mercato globale è sempre più difficile circoscrivere la propria azione commerciale e industriale nei soli paesi più vicini o più affini culturalmente.

Dalle istituzioni nazionali ed europee ci aspettiamo una iniziativa forte in questo ambito; altrimenti sarà sempre più inutile disquisire sulle questioni riferite al lavoro, semplicemente perché il lavoro non ci sarà.

 

Giovanni Gorzanelli, Presidente Apmi Confimi Impresa Modena