tribunale_minori_E_RNon si dovrebbe parlare di “criminali-bambini”, bensì di “devianza minorile, un fenomeno collegato anche al contesto” sociale. Il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga, invita a valutare “con molta attenzione e cautela” i dati della Procura presso il Tribunale dei minori dell’Emilia-Romagna (il numero dei procedimenti è aumentato di oltre il 30%, passando dai 2.628 del 2009 ai 3.493 del 2013).

“C’è stato certo un aumento delle denunce, ma si tratta di un parametro che non dà certezze- spiega Fadiga-, da una parte perché non copre tutte le tipologie di fatti, dall’altra perché una denuncia non significa necessariamente che ci sia stato un reato”. L’invito del Garante, che rimarca di condividere le posizioni del capo della Procura dei minori dell’Emilia-Romagna, Ugo Pastore, è quindi a “prendere i dati e analizzarli con molta attenzione: la questione non è allarmante per i numeri”, osserva, dal momento che “le oscillazioni statistiche sono frequenti” e “le cifre non sono tali da dire che il fenomeno sta cambiando di colpo”, inoltre “l’Italia a livello europeo è il Paese dove in assoluto questo problema ha l’incidenza più bassa”.

“Sicuramente- prosegue Fadiga- si potrebbe fare di più e meglio, intervenendo a livello di educazione e prevenzione”. A preoccupare, semmai, è la “mancanza di sinergia tra i vari attori del sistema, la scuola è poi troppo autoreferenziale e le famiglie vanno aiutate di più”. Senza considerare, conclude il Garante, “il rischio gravissimo che vengano aboliti i Tribunali per i minorenni, eventualità da scongiurare assolutamente”.