Consiglio-Provincia-ReLegalità, protezione civile, ambiente e rifiuti, infrastrutture, scuola, welfare e pianificazione territoriale le priorità della Provincia di Reggio Emilia  per il neopresidente Giammaria Manghi, che ieri pomeriggio ha presieduto il primo Consiglio provinciale.

Dopo la convalida degli eletti e il giuramento, il presidente Manghi ha illustrato gli indirizzi di programma per il governo della nuova Provincia di Reggio Emilia, “un compito invero piuttosto ardito per la particolarità della stagione che viviamo, nell’assenza di un dispiegarsi normativo e della concertazione istituzionale che devono necessariamente seguire la Legge 56”. Mancano, infatti, ancora due elementi fondamentali per dare piena applicazione alla riforma delle Province, “ovvero i decreti ministeriali che stiamo aspettando da luglio e la necessaria fase di concertazione con Regione, Città metropolitane e Unioni dei Comuni rispetto alla riallocazione delle funzioni fino ad oggi delegate alle Province”.

Lacune pesanti, queste, “perché  l’identità di un ente passa attraverso ciò di cui si deve occupare, ma noi oggi non sappiamo cosa le Province dovranno fare fino alla prossima puntata…”, ha aggiunto il presidente Manghi ricordando come anche ieri, intervenendo al Forum della Pa a Bologna, abbia sollecitato “una soluzione molto veloce che ponga fine a uno stato di incertezza e di mancanza di identità pericoloso”.

Il nuovo presidente ha quindi illustrato la “triade di soggetti chiamata a gestire le nuove Province, che per come sono state concepite paiono più potenziali monocrazie che luoghi di collegialità”. “Una collegialità che però per me è sempre stata fondamentale e  lo è ancora di più in una stagione così complessa e che intendo dunque ripristinare, per quel che la norma può consentire”, ha aggiunto il presidente anticipando la proposta di modifica statutaria da sottoporre all’Assemblea dei sindaci, il terzo organismo previsto, che Manghi intende convocare spesso “per informare i sindaci e chiamarli in causa nelle decisioni”.

Sempre nel segno della collegialità, Manghi ha annunciato che intende “valorizzare appieno il Consiglio provinciale, minoranza compresa”, auspicando inoltre “una necessaria vicinanza agli enti locali e alle loro necessità e una rinnovata e ulteriormente potenziata collaborazione con i Comuni, a partire dal capoluogo, principale espressione degli enti locali reggiani”. Ma la nuova Provincia di Reggio Emilia continuerà a guardare oltre i confini provinciali , “a tutta l’Emilia, per fare sistema con quello che c’è fuori da Reggio e ricercare una prospettiva vera di area vasta”.

Manghi ha quindi affrontato il delicato tema delle risorse finanziarie, altra grande incognita insieme a quella normativa: “E’ un tema decisivo, e chi amministra un Comune lo sa, così come è noto a tutti che stiamo vivendo una stagione deflagrante, con i finanziamenti assegnata agli enti locali in pratica azzeratati”.

“Se il 2014 si chiuderà per la Provincia con un suo equilibrio finanziario – ha proseguito – il 2015 è tutto da definire, per cui servirà un approfondimento attento e oculato su processi avviati, che non significa disconoscenza verso gli atti di chi ci ha proceduto, ma tener conto di un contesto che sta cambiando: il tema delle risorse è prioritario e in base ad esse andrà configurato un quadro realistico di priorità”.

Le idee di Manghi, al proposito sono chiare. Le priorità della ‘sua’ Provincia saranno  “un impegno serio per la diffusione di una cultura della legalità, a partire dai Comuni; la tutela delle persone e del territorio dai sempre maggiori rischi a cui gli eventi naturali ci sottopongono, partendo dall’ottimo lavoro che è stato fatto nel campo della Protezione civile;  attenzione all’ambiente, che significa anche politiche di gestione dei rifiuti, tenendo presente che questa Provincia nel 2011 ha compiuto una buona scelta, anticipando altre realtà, ma che però paradossalmente ora il nostro territorio rischia di essere penalizzato da un Piano regionale che mi auguro possa essere modificato dopo le elezioni; le infrastrutture, con tanti appalti in corso ed altri in cantiere, dalla Bassa all’Appennino, per i quali si dovranno cercare le risorse; la scuola, ove resta sicuramente alle Province la competenza legata in parte all’edilizia, che significa sicurezza e condizioni di dignità degli edifici che ospitano studenti e insegnanti, e in parte alla qualificazione dell’offerta formativa;  il sistema dei servizi sociali, per il quale dovremo ripensare tutti insieme a un nuovo modello di welfare; la pianificazione territoriale, per combinare al meglio le esigenze di un mercato in crisi con il rispetto dell’ambiente e del consumo di suolo”.

Dopo il dibattito, che ha registrato gli interventi dei consiglieri Pagliani, Saccardi, Morelli, Erbanni, Mammi, Albanese, le linee programmatiche del presidente Manghi sono state approvate con 11 a favore e le 2 due astensioni dei consiglieri di Terre reggiane.

La prima seduta del Consiglio è quindi proseguita con la nomina del vice presidente Ilenia Malavasi e con la proposta, pure approvata con 11 voti favorevoli e 2 astensioni,  di modifica dell’articolo 57 dello Statuto da sottoporre il 30 ottobre alla prima Assemblea dei sindaci per l’assegnazione di deleghe a 5 consiglieri provinciali. In conclusione, è statata data comunicazione dei capigruppo dei due gruppi consiliari: Marcello Moretti per il Pd, Giuseppe Pagliani per Terre reggiane.

 

Il nuovo Consiglio provinciale

Il Consiglio provinciale della ‘nuova’ Provincia di Reggio Emilia, così come è stata ridisegnata dalla Legge 56/2014, è composto come noto da 12 amministratori, 10 del Pd e 2 della lista di centrodestra Terre reggiane. Il Gruppo consiliare  del Pd è formato da 6 sindaci (Enrico Bini di Castelnovo Monti, Alessio Mammi di Scandiano, Ilenia Malavasi di Correggio, Paola Casali di Bagnolo, Andrea Tagliavini di Quattro Castella e Marcello Moretti di Sant’Ilario d’Enza) e da 4 consiglieri comunali (Pierluigi Saccardi, Mariachiara Morelli e Claudia Dana Aguzzoli del Comune di Reggio Emilia, Chiara Albanese del Comune di Rubiera). I due consiglieri provinciali di Terre reggiane sono invece Giuseppe Pagliani (capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Reggio Emilia) e Daniele Erbanni, che si era candidato come consigliere provinciale uscente (possibilità prevista dalla Legge solo in questa prima tornata elettorale).

Presieduto dal presidente della Provincia Giammaria Manghi, il Consiglio provinciale si occupa di proporre il nuovo Statuto all’Assemblea dei sindaci; approvare regolamenti, piani e programmi; proporre all’Assemblea ed approvare, in via definitiva e previo parere favorevole, il bilancio dell’ente; esercitare le funzioni attribuite dal nuovo Statuto. Oltre a presidente e Consiglio, la legge di riforma delle Province prevede infatti un terzo organo – l’Assemblea dei Sindaci – che è composto da tutti gli attuali 45 sindaci reggiani ed è chiamato ad approvare il nuovo Statuto e ad esercitare compiti propositivi, consultivi e di controllo.

Presidente, consiglieri provinciali e sindaci che comporranno l’Assemblea, non percepiranno alcun compenso (gettone di presenza o indennità) per l’attività svolta in Provincia.