Numeri preoccupanti: raggiunge la doppia cifra il calo occupazionale tra le imprese del commercio, turismo e servizi. Dalla ricerca condotta dal Centro Studi di Confesercenti Modena, su di un campione di oltre 1500 PMI modenesi, la forza lavoro nei primi nove mesi del 2014, ha segnato una flessione pari al -10,4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. A diminuire sono in prevalenza gli occupati a tempo determinato; mentre aumenta in modo progressivo la tendenza al decremento dei dipendenti assunti a tempo indeterminato. Flettono poi drasticamente le ore di cassa integrazione: -69,9% a causa della sempre maggiore difficoltà delle piccole imprese ad accedere agli ammortizzatori sociali: difficoltà dovuta anche a nuove norme più restrittive, ma soprattutto alla mancanza di prospettive di ripresa a breve e medio termine. A ciò si aggiunge l’incertezza sulle coperture finanziarie della Cassa Integrazione in Deroga che complica non di poco l’accesso agli ammortizzatori sociali. “Si riconferma purtroppo – evidenzia Tamara Bertoni Direttore generale di Confesercenti Modena – un trend già emerso nei trimestri precedenti, quello cioè dell’aggravarsi della crisi nel nostro territorio ed in particolare per le piccole attività che operano esclusivamente sul mercato interno. In un contesto economico di perdurante recessione, la maggiore spinta propulsiva alla ripresa dell’occupazione non può che venire da una forte strategia di sostegno agli investimenti pubblici e privati, mirata soprattutto alla crescita della competitività, innovazione e della ricerca.” Di seguito l’analisi per settori di attività.

 

Turismo e pubblici esercizi. E’ il settore che più di ogni altro denota forte sofferenza occupazionale. Il calo degli occupati, risulta drammatico: -19,8% nei primi nove mesi del 2014 rispetto lo stesso periodo del 2013. Pesano in questo greve arretramento le mancate assunzioni stagionali tipiche nel periodo estivo con l’apertura dei dehor. Quest’anno invece, complice la crisi, il personale già in forza è bastato a soddisfare una clientela sempre più scarsa. Inoltre il settore è caratterizzato da picchi lavorativi non programmabili (specie nei ristoranti) coperti in passato da tipologie contrattuali flessibili, a cui gli imprenditori quest’anno hanno dovuto rinunciare.

Vendita al minuto di prodotti alimentari

Anche in questo settore il periodo gennaio/settembre 2014 è stato caratterizzato da una diminuzione degli occupati rilevante: -9,5%. Questo dato è innegabilmente determinato dal calo dei consumi e conseguentemente del fatturato delle imprese, che da tempo ormai colpisce anche il settore alimentare, in particolare le imprese operanti su piccole superfici. Inoltre il settore sconta un progressivo ridimensionamento delle attività, sempre più costituite dal solo titolare e che raramente risulta affiancato da collaboratori familiari.

Vendita al minuto di prodotti extra alimentari

-7,7% l’occupazione in quest’ambito nei primi nove mesi 2014 che prosegue così la sua curvatura verso il basso. Influisce anche qui il calo dei consumi che, ininterrotto da diversi anni, sta provocando un tracollo occupazionale privo di alcun segnale di inversione di tendenza.

Servizi di intermediazione

Rispecchia questo quadro fortemente negativo anche il settore dei servizi di intermediazione che registra una perdita di occupati nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, del 5,4%. È opportuno poi ricordare che questa tipologia di imprese, a causa della profonda ristrutturazione della filiera commerciale, negli ultimi anni aveva già dovuto ridurre in maniera significativa il personale dipendente a seguito ad un sensibile calo dei fatturati.

Commercio all’ingrosso

È l’unico comparto in cui si registra un minimo di ripresa occupazionale: +2,8%. In particolare si nota una lieve progressione del numero degli assunti nelle imprese che si rivolgono al manifatturiero, beneficiarie dalla ripresa di attività di alcuni settori produttivi. Va però evidenziato che si tratta sì di nuovi occupati, ma con orari ridotti e molto flessibili, in modo da aderire meglio alle richieste di un mercato che alterna picchi di lavoro a fasi di difficoltà. A riguardo le ore complessive lavorate che diminuiscono dell’1,8% rispetto ai primi nove mesi del 2013.

“E’ una situazione – è la riflessione di Tamara Bertoni Direttore Generale Confesercenti Modena – da cui emerge la necessità di una strategia complessiva in grado di contrastare l’aumento della disoccupazione. La riforma del mercato del lavoro è un provvedimento che innanzitutto va attuato con il contributo delle parti sociali, non deve in alcun modo provocare incrementi di costo per le piccole e medie imprese e deve salvaguardare le buone pratiche in materia di sostegno al reddito. Inoltre, deve assolutamente essere coerente con le finalità del Ddl Stabilità laddove mira a restituire competitività al sistema produttivo italiano riducendo il costo del lavoro evitando una sorta di compensazione punitiva in cambio di snellimenti normativi. Altrettanto fondamentale, dovrà diventare la riorganizzazione delle politiche attive per il lavoro, attraverso una forte innovazione delle modalità con cui vengono gestiti i servizi di collocamento e reimpiego, che dovranno collegare strettamente gli interventi di sostegno al reddito con le misure volte a favorire il reinserimento nel mercato del lavoro. Per ridurre la disoccupazione occorre altresì adeguare il sistema formativo alla complessità dei problemi: è necessario sostenere soprattutto la formazione professionalizzante che fin’ora si è dimostrata uno dei pochi strumenti in grado di favorire l’occupazione dei giovani nonché di riconvertire figure espulse dal mercato del lavoro. Per questo riteniamo siano da rivedere le previsioni contenute nel Ddl Stabilità relative al taglio delle risorse da mettere a disposizione dei Fondi Interprofessionali”, conclude Tamara Bertoni.