Nuove sedi, spostamenti di servizi, iter e tempi. Tutto questo nel Protocollo d’intesa tra Azienda Usl e Comune di Modena per la ridefinizione delle sedi destinate a servizi sanitari. Il piano è stato presentato in Consiglio comunale oggi giovedì 30 ottobre con una comunicazione del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e della direttrice generale dell’Ausl Mariella Martini.

“L’accordo, che definisce la cornice di riferimento per le scelte che riguardano la collocazione di alcuni servizi sanitari – spiega l’assessora a Welfare e Sanità del Comune di Modena Giuliana Urbelli – rappresenta un orientamento condiviso assunto da Comune e Ausl reciprocamente e nei confronti della cittadinanza e crea delle sinergie a vantaggio della collettività”. Al Protocollo seguiranno quindi gli atti di competenza del Consiglio comunale.

Le principali linee dell’intervento sono costituite dalla realizzazione delle Case della Salute, dal superamento della sede del Sert di via Sgarzeria, dalla conferma della sede dei servizi amministrativi e generali di via San Giovanni del Cantone e dallo spostamento nello stabile all’angolo tra viale Montecuccoli e via Monte Kosica della Medicina sportiva, oggi al palazzetto dello Sport di via Divisione Aqui, fino alla previsione del superamento dei Poliambulatori di via del Pozzo.

Due le Case della Salute di prossima realizzazione a Modena, alle quali se ne potranno aggiungere ulteriori due. “Quella delle Casa della Salute – continua l’assessora Urbelli – è una esperienza nuova che valorizza l’integrazione dei professionisti ma anche la comunità locale, il volontariato, l’integrazione delle politiche per la salute, il coinvolgimento degli operatori sociosanitari. Un modo per facilitare i percorsi e i rapporti tra i servizi e i cittadini, per restituire alla popolazione una visione unitaria del problema salute, non solo come diritto di ogni cittadino ma anche come interesse della collettività. Dove i servizi sociali e sanitari stanno maturando le esperienze per passare da una cultura dell’attesa ad una cultura della promozione, della presa in carico, del rivelare la domanda inespressa”.

La Casa della Salute della Zona Nord sarà edificata dall’Ausl con un finanziamento di 5,8 milioni su un terreno di via Fanti che l’Azienda ha già acquisito. I lavori inizieranno a luglio 2015 e il termine si prevede entro il 2017.

La Casa della Salute della Zona Centro si configura, invece, come struttura di “piccole” dimensioni. Avrà sede all’ex Ospedale Estense, dove permangono in parte le attività del distretto sanitario; occorrerà quindi innanzitutto definire la collocazione dei 1700 metri quadrati da destinare alla struttura sanitaria coerentemente alla valorizzazione dell’intero complesso. Sarà quindi necessario rivedere l’Accordo di Programma e il relativo protocollo attuativo aggiornato nel 2010 e, in tal senso, la Giunta proporrà al Consiglio comunale una delibera di revisione. Una volta individuata la ripartizione delle aree destinate a Comune e Ausl, quest’ultima procederà alla progettazione definitiva dell’intervento e all’ottenimento dei pareri (previsti per febbraio 2015), alla progettazione esecutiva e all’affidamento dei lavori; l’ultimazione è attesa per il mese di aprile 2016. Per garantire una copertura uniforme della città, sono inoltre previste due ulteriori Case della Salute, rispettivamente nelle zone Ovest e Est.

Il protocollo conferma, inoltre, la sede dei servizi amministrativi e generali di via San Giovanni del Cantone, mentre sancisce il superamento della sede di via Sgarzeria del Servizio Dipendenze Patologiche, che appare da tempo inadeguata per tipologia di struttura, collocazione e ora anche rispetto a come sta cambiando l’utenza in rapporto alle tipologie di dipendenza e, quindi, di presa in carico. Il Comune, metterà a disposizione un immobile di via Nonantolana 1010, proponendo al Consiglio di dare il fabbricato in concessione d’uso gratuita per la realizzazione del nuovo edificio. Entro nove mesi dalla sottoscrizione della concessione, l’Ausl s’impegna a progettare, finanziare e realizzare la nuova sede appaltando i lavori che dureranno presumibilmente un anno. Da parte sua, il Comune già dal prossimo mese avvierà procedure e percorsi necessari relativi a destinazione urbanistica e trasformabilità edilizia dell’immobile. Durante tutta questa fase il servizio rivolto all’utenza a bassa soglia sarà gestito dal Ceis al Centro Diurno di Cognento.

Per quanto riguarda le sedi distrettuali di proprietà dell’Amministrazione comunale e concesse all’Ausl (Centro prelievi e Centro Salute Mentale di via Newton, Neuropsichiatria Infanzia e adolescenza in via Viterbo, Consultorio di viale Molza, Consultorio di via don Minzoni e due appartamenti protetti) la Giunta proporrà al Consiglio di confermare il comodato gratuito all’Azienda sanitaria che si impegna ad effettuare i lavori di adeguamento e messa a norma delle sedi.

Infine, per consentire lo svolgimento delle attività sanitarie attualmente ospitate in sedi in trasformazione o ristrutturazione, il Comune concederà l’uso gratuito della sede Torrenova per il periodo necessario.

“IL PIANO REGOLATORE DELLE SEDI SANITARIE”

Il sindaco Muzzarelli ha introdotto in Consiglio il Protocollo tra Ausl e Comune. La direttrice Martini: “In città l’offerta dei servizi sarà strutturata su quattro poli”

“Il Piano regolatore delle sedi sanitarie”. Così il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha definito il Protocollo d’intesa tra Azienda Usl e Comune di Modena per la ridefinizione delle sedi destinate a servizi sanitari, che ha illustrato in Consiglio comunale insieme all’assessore a Welfare e sanità Giuliana Urbelli e alla direttrice generale dell’Azienda Usl di Modena Mariella Martini.

“Nella città del benessere – ha affermato il sindaco Muzzarelli – il primo obiettivo è la salute dei cittadini. Per confermare la centralità delle politiche di tutela della salute, ci impegniamo in un rapporto con le aziende sanitarie al fine di garantire una rete di servizi in grado di migliorare l’equità, l’appropriatezza e l’efficienza delle cure, nell’ambito di una strategia che poggia sull’integrazione dei servizi territoriali. In un progetto di carattere generale, inseriamo quindi il tema delle sedi, per avere ben chiari alcuni punti di riferimento e per fissare una tempistica. Cambia completamente l’impianto, basato non su luoghi, ma su servizi integrati” e ha concluso: “Completeremo questo impegno ragionando anche su un eventuale protocollo con l’Azienda Policlinico”.

Entrando nel merito delle scelte, la direttrice generale dell’Azienda Usl Mariella Martini ha quindi spiegato che “l’elemento caratterizzante è l’impegno a strutturare l’offerta di servizi su quattro poli che coincidono con i quattro quartieri in cui nasceranno le Case della Salute (due già definite, le restanti due lo saranno entro della legislatura). Le Case della Salute – ha detto – costituiscono l’hardware e il software dell’offerta dei servizi sanitari. L’hardware è costituito dai 142 medici di medicina generale che già lavorano in rete e dai 27 pediatri di libera scelta, articolati in forme associative di tipo strutturale o funzionale. Tutti loro faranno riferimento alle Case della salute; le altre componenti sono infermieri, ostetriche, psicologi e assistenti sociali in collaborazione con il Comune. Farà riferimento alle Case della salute anche l’assistenza domiciliare che offre già risposte importanti: nel 2013 sono state assistite a domicilio 4300 persone, la maggior parte con più di 75 anni; 316 erano pazienti oncologici complessi; 42 mila sono stati gli accessi a domicilio effettuati dai medici, 48 mila da parte di infermieri. Quindi l’assistenza intensiva erogata a domicilio è uno dei pilastri delle cure sul territorio – ha continuato Martini – ma se vogliamo una progressione quanto più lenta possibile della malattia, abbiamo bisogno di modelli diversi: la ‘medicina d’iniziativa’ prevede di elaborare protocolli e modelli di comportamento, anche per quanto riguarda l’alimentazione e lo stile di vita, e l’organizzazione per i pazienti di controlli periodici, oltre a iniziative di educazione terapeutica. Tutto ciò sarà fatto con il supporto logistico delle Case della salute; stesso discorso per il Puas con cui si gestiscono le dimissioni protette. Inoltre, nelle Case della salute non si farà solo sanità, ma anche promozione della salute attraverso la partecipazione dei cittadini e l’intervento diretto delle associazioni di volontariato”.

Infine, Martini ha accennato “all’impegno congiunto delle due aziende sanitarie a trovare una sede alternativa per i poliambulatori ospitati in via del Pozzo, il cui edificio avrebbe dovuto essere dimesso quest’anno, ma il terremoto ha costretto a posticipare. Una parte dei servizi sarà dislocato nelle due Case della salute che nasceranno per prime, mentre altre attività sanitarie saranno ospitate nel corpo principale del Policlinico”.