sbloccafuturosenioBadili e carriola alla mano, Legambiente e l’associazione Amici del Fiume Senio hanno realizzato un “flash mob”, un’azione dimostrativa per tornare a chiedere il completamento in tempi rapidi delle Casse di Espansione del Fiume Senio. L’iniziativa fa parte della campagna nazionale #sbloccafuturo di Legambiente per segnalare le grandi opere davvero necessarie al Paese, anziché la distesa di strade e autostrade, anelli, raccordi e svincoli previsti dallo sbloccaitalia.

L’associazione punta da tempo il dito sulle misure previste dai tecnici per ridurre il rischio allagamenti, ma mai realizzate.

“Basta dare un’occhiata ai piani realizzati dalle Autorità di Bacino per rendersi conto che il rischio idraulico è tutt’altro che trascurabile – ha dichiarato Yuri Rambelli, Presidente del circolo Legambiente A. Cederna – ad esempio tutti i centri abitati che sorgono lungo il Senio sono classificati a rischio idraulico elevato o molto elevato e già almeno 4 volte quest’anno il fiume ha superato i livelli di guardia. Dobbiamo aspettare di allagarci e di avere danni per milioni di euro prima di realizzare le opere idrauliche già previste da anni proprio per evitare un’alluvione?”.

Per mettere in sicurezza tutti i centri di pianura è stata infatti pianificata da anni la realizzazione di una serie di casse di espansione, cioè di bacini allagabili tra Riolo Terme e Castel Bolognese e nei pressi di Cotignola che consentirebbero in caso di piogge intense e prolungate di evitare rischi per gli argini e i centri abitati. Secondo i documenti regionali sarebbero “in grado di mettere sostanzialmente in sicurezza l’intera asta fluviale del Senio a valle della via Emilia”. Ma cos’è che ancora frena la realizzazione di queste opere?

Secondo alcune notizie di stampa servirebbero alcuni milioni di euro, poca cosa di fronte al rischio di dover ripagare danni per decine o centinaia di milioni. Legambiente ha però scoperto che almeno una di queste casse di espansione sembra terminata da tempo, ma è ancora inutilizzata, perché non collegata al fiume. Un lembo di terra di una decina di metri appena la separa ancora dall’alveo fluviale.

“Abbiamo perciò deciso di fare un’azione dimostrativa  – conclude Rambelli – mettendoci in posa con carriola e badili di fronte all’arginello, per dimostrare quanto poco lavoro sarebbe necessario per mettere in funzione almeno la prima di queste casse. Non vorremmo infatti che mentre gli enti locali aspettano che siano sbloccati i fondi per la realizzazione di tutte e 3 le casse di espansione, la natura decidesse di riprendersi da sola i propri spazi”.

Legambiente rivolge inoltre un invito ai candidati consiglieri della provincia di Ravenna alle prossime elezioni regionali: “si impegnino, in caso di elezione, ad una rapida risoluzione di questo problema”.