stalkingTre anni di terrore; tre anni di vero inferno, quell’inferno chiamato Stalking.

Stalking. Per alcuni “e’ di moda” per chi invece lo subisce e’ l’incubo peggiore. 70 telefonate in un ora, minacce, parole offensive ad ogni ora del giorno e della notte. Lo Stalking ti strappa l’anima, ti toglie il respiro. Ti uccide ma tu non sei morta e subisci. Subisci l’umiliazione, la paura, la solitudine, la voglia di farla finita perché vedi la morte fisica come unica soluzione.

E sei sola.

Poi raccogli le ultime forze e denunci. Non una, ma due,tre volte.

Nel frattempo lui continua, imperterrito. E ti sale la paura. Chiedi aiuto. Nessuno ti ascolta. Nessuno, tranne una donna, che ha vissuto questo incubo per tanti troppi anni ed ora dedica il suo tempo libero, a titolo di volontariato, proprio a favore di donne che subiscono: Daniela Franchini, delegata per le Regioni Emilia Romagna e Toscana di I CARE, Victim Support Europe-Italia, associazione di supporto alle vittime di reato.

Inizia così un cammino lungo, tormentato fatto di altre dieci denunce di “raccolta delle prove” consegnate insieme ad ogni denuncia. Gli organi competenti, le forze dell’ordine prima e la magistratura, fanno il loro dovere.

Allo stalker viene dato il divieto di avvicinamento alla vittima ed ai suoi familiari. Gli viene dato anche il divieto di comunicazione attraverso ogni canale, telefonico, internet. In ogni modo possibile. Ma lui non si ferma. E viola il provvedimento. Era il primo dicembre 2013 e lo stalker viene arrestato sotto casa della vittima in flagranza di reato.

Finisce in carcere. Tre giorni “di vacanza” come la definisce proprio lui sui social network.

Esce con un obbligo di dimora nel suo comune. E l’escalation dello Stalking continua sempre più intenso, sempre più violento. Nulla sembra poterlo fermare.

Due processi rinviati.

Non mi soffermo sullo stato d’animo di una vittima che aspetta un processo per tre lunghi terribili anni.

Si arriva così  al 4 novembre 2014, l’altro ieri. Il processo si fa. Nessun rinvio.

In aula presenti la vittima – A.R.- seduta vicino all’imputato – R.E..- Li divide solo l’avvocato della vittima, Avvocato R.  Mainardi del foro di Brescia. Dall’altro lato l’avvocato di I-CARE, avvocato L. Gjinaj del foro di Modena per la costituzione di parte civile dell’associazione I CARE.

Il PM Niccolini espone per primo i fatti. Lui ha seguito il dramma della vittima dall’inizio. A seguire intervengono tutte le altre parti in causa.

Il Giudice,Dott.sa Eleonora Pirillo, ascolta. Ascolta tutti con attenzione.

Alla fine del dibattimento legge le Sue conclusioni: condannato a 2 anni e 4 mesi. Oltre alla condanna al risarcimento dei danni arrecati alle parti civili costituite, appunto la vittima e l’associazione che la sostiene e tutela.

 

Ecco l’esempio di una giustizia dalla “parte della vittima” una giustizia “giusta” una giustizia dove tutti i tasselli che compongono questo puzzle vengono messi in fila; le forze dell’ordine, il pubblico ministero, il giudice, gli avvocati.

Una condanna che mette in evidenza che si DEVE denunciare, che si può credere in una giustizia vera, che applica quelle poche leggi a tutela delle vittime di reato.

Una giustizia che, se vi è collaborazione tra le parti, porta la vittima, già distrutta da un reato terribile come lo stalking, a non sentirsi uccisa anche da coloro che dovrebbero aiutarla.

Una giustizia a sostegno della vittima, tutti pronti a non farla sentire abbandonata, sola, derisa e non creduta!

Tutti a valutare non solo i fatti ma anche e soprattutto il danno psicologico che lo Stalking provoca in chi lo subisce.

Tutti hanno fatto il loro dovere in modo esemplare, hanno saputo applicare la legge nel migliore dei modi, quella legge ormai per molti “di moda” che si chiama art. 612/bis e successive modifiche. Per molti “di moda” forse perché non lo hanno mai subito.

Ringrazio personalmente e pubblicamente le forze dell’ordine, il PM dott Niccolini e il giudice dott.sa Pirillo oltre ai nostri avvocati, dott.sa Mainardi e dott.sa Gjinaj.

(Daniela Franchini, delegata I-CARE Emilia Romagna e Toscana Victim Support Europe-Italia)