pinocchioOggi – Venerdì 7 – e domani – sabato 8 novembre – alle ore 21.00, alla Bottega di Casalgrande (RE) andrà in scena Pinocchio di Babilonia Teatri in collaborazione con Gli amici di Luca, legata all’associazione che ha fatto nascere nel 2004 la Casa dei Risvegli a Bologna.

Prima data della stagione in doppia replica per il desiderio di arrivare con il nostro teatro a tutti e a tanti, Pinocchio è la fiaba di Carlo Collodi che tutti conosciamo, parte integrante del nostro immaginario collettivo sin dalla primissima infanzia. Ma quante altre cose può essere Pinocchio?

Il mondo in cui viviamo è davvero quel ‘paese dei balocchi’ che ci siamo abituati a sentire raccontare e che noi stessi ci raccontiamo? Essere Pinocchio allora può voler dire ricominciare a desiderare con ardore, ma anche fare i conti con noi stessi, con le nostre paure più profonde e con le responsabilità che conseguono dalle nostre azioni.

Tre uomini sono in scena. Tre uomini scampati alla morte, che si mettono a nudo trascinando il loro vissuto, lottando con i limiti di un corpo e di un copione che non vorrebbero avere. Tre uomini in attesa di sapere da qualcuno o qualcosa quando e come sarà possibile tornare alla vita.

Paolo Facchini, Luigi Ferrarini e il concittadino Riccardo Sielli quando sono al centro della scena non narrano fiabe, ma rispondono alle domande incalzanti della voce fuori campo: nome, cognome, età, altezza, incidente. Vengono interrogati sulla loro vita, su come è cambiata dopo quella tragica notte. Un attimo e la vita cambia completamente. Un attimo e tutto ricomincia da capo, come una seconda nascita: re-imparare a parlare, a camminare, a rimanere in equilibrio. In un attimo ci si trova in una vita che si deve ricostruire, pezzo per pezzo. Si configura un ‘prima’, uno ‘ieri’, e un ‘dopo’, un ‘da qui in avanti’: il rimpianto, la rabbia, la memoria di qualcosa che è stato e che non c’è più. La difficoltà di ricominciare a vivere in panni che si faticano ad accettare, l’adattarsi a questo nuovo modo di esistere, in una società che marginalizza tutto ciò che non è “normale”.

Lo spettacolo – vincitore del Premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2013 – è una performance di Babilonia Teatri, una delle più brillanti e rivoluzionarie realtà italiane del teatro di ricerca, che ha coinvolto gli attori della Compagnia teatrale Gli Amici di Luca  – tutte persone con esiti di coma che hanno intrapreso un percorso terapeutico di cui fanno parte anche le attività teatrali. Per questi ‘”non-attori” – come al solito niente personaggi tipicamente funzionali, è la realtà a dominare nel teatro dei Babilonia – il teatro è un mezzo con cui tornare a far parte della società. Una società che è totalmente impreparata a ri-accoglierli dopo i loro traumi e che tende a respingerli, accantonarli o isolarli. Il teatro permette loro di tornare a realizzarsi e riconoscersi, di gridare il loro malessere e di rivendicare il loro ruolo.

Insomma perfettamente in linea con la poetica della Bottega e lo spirito che anima la compagnia che la abita, la Quinta Parete: il teatro fa bene, verrebbe da dire: mettersi in gioco, stare in scena, provare a superare i propri limiti, non sono semplicemente una valvola di sfogo, ma parte di un percorso lungo e complesso.

E lo strumento teatrale in ambito riabilitativo può essere utilizzato per un fine prettamente artistico? Una scelta che non è certo esente da difficoltà e responsabilità, e che si fonda sulla precisa scelta di far coincidere con il momento spettacolare l’atto conclusivo del percorso terapeutico: rendere la scena stessa mezzo di comunicazione utile alla comprensione della realtà.

Saltato il filtro artistico dato dall’interpretazione attoriale, ecco venir meno anche la relazione convenzionale tra rappresentazione e pubblico. Un cortocircuito che scuote l’equilibrio tra platea e palco, travolgendo la quarta parete meglio di qualsiasi teorema o invenzione scenica.

La Quinta Parete è da tempo legata alla Compagnia Babilonia Teatri, da tempo la loro poetica influenza la sua ricerca artistica e con la collaborazione nata nel 2013 attraverso la compagnia Zerofavole fondata da Pietro Messori e condotta da Stefano Masotti, altro attento progetto reggiano che eleva ad arte un percorso riabilitativo e terapeutico, la condivisione si amplia e si amplifica. Naturale è stata la decisione di ospitare Pinocchio in Bottega per raccontare che il teatro entra nella vita delle persone e la cambia espandendola ed elevandola.

 

Biglietti: 12€ intero, 10€ ridotto (Soci Arcigay e Quinta Parete)- Info e prenotazioni Compagnia Quinta Parete – La Bottega, via Botte 16/A Casalgrande (RE) cell. +39.342.9337099, prenotazioni@quintaparete.org  –  www.quintaparete.org