Giorgi-ManziVenerdì 14 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del ciclo dedicato al tema Progresso, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal titolo Evoluzione, non progresso. Il caso della storia naturale dell’uomo è a cura di Giorgio Manzi, professore di Paleoantropologia all’Università di Roma «La Sapienza», direttore del Museo di antropologia “Giuseppe Sergi” presso il Dipartimento di Biologia ambientale della stessa università e associate editor dell’«American Journal of Physical Anthropology». Nel corso delle sue ricerche ha indagato l’evoluzione del genere Homo e la biologia scheletrica di popolazioni umane antiche, dedicando particolare attenzione al primo popolamento dell’Europa e all’evoluzione dei Neandertal. Si è occupato inoltre della storia dell’antropologia fisica e del pensiero evoluzionistico. Autore di oltre duecento articoli su importanti riviste internazionali, ha pubblicato: Homo sapiens (Bologna 2006); L’evoluzione umana (Bologna 2007); Uomini e ambienti (et al., Bologna 2009); Scimmie (et al., Bologna 2011); La scienza delle nostre origini (et al., Roma-Bari 2013); Il grande racconto dell’evoluzione umana (Bologna 2013).
Il titolo intrigante di questa conferenza ci invita a meditare sui due concetti, a volte utilizzati erroneamente quasi come sinonimi. In realtà dall’analisi della storia dell’uomo, a partire dalla scimmia per arrivare all’homo sapiens, appare che a una continua evoluzione non corrisponde un continuo progresso, ragion per cui è bene non confondere i due concetti. L’evoluzione biologica non si ferma mai ed è più che mai stimolata dai cambiamenti ambientali.

Intorno a 200 mila anni fa fecero la comparsa sulla scena i più antichi rappresentanti della nostra specie. Questi uomini di aspetto moderno si resero quasi subito protagonisti di manifestazioni sorprendenti e mai viste in precedenza, caratterizzandosi per la rapida successione della loro evoluzione culturale – ci illustra Giorgio Manzi – I graffiti rimasti ancor oggi impressi sulle pareti rocciose delle caverne franco-cantabriche, nei ripari sotto roccia del Sahara centrale e in tanti altri luoghi in giro per il mondo rappresentano bene l’evoluzione di queste nuove capacità e sono i presupposti di quel sistema di rappresentazioni simboliche che, decine di migliaia di anni dopo, è davanti ai vostri occhi, sotto forma di linguaggio scritto. Il nostro racconto inizia proprio con una riga (di linguaggio scritto) che contiene una predizione o, per dirla meglio, un’ipotesi scientifica. «Luce si farà sulle origini dell’uomo e la sua storia». Fu Charles Darwin a buttarla lì come per caso, nel 1859, in fondo a una delle ultime pagine di un libro che doveva cambiare radicalmente il corso delle scienze biologiche e del pensiero scientifico in generale: On the Origins of Species, ossia «L’origine delle specie».

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. La conferenza sarà anche trasmessa in diretta web collegandosi allo stesso sito A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).