“Uno strumento efficace che colpisce le mafie là dove più fa male, ovvero nei loro portafogli”: con queste parole il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente della Commissione Antimafia, sintetizza il valore del reato di autoriciclaggio che, con il via libera del Senato al decreto sul rientro dei capitali, è stato finalmente introdotto anche nel nostro ordinamento. Il reato consiste nell’attività di occultamento dei proventi derivanti da crimini propri per reinvestirli o immetterli in attività economiche o finanziarie lecite. “Si tratta di uno strumento fondamentale nella lotta contro la criminalità organizzata – spiega il senatore Vaccari – Si colpiscono, infatti, i clan nella loro attività più redditizia, quella di investimento dei soldi provenienti dalle attività illecite in attività legali.E’ quello che la criminalità organizzata fa, in prevalenza, al Nord, nelle nostre terre: non spara, non commette crimini che attirino troppo l’attenzione sociale, ma ricicla il denaro sporco in attività imprenditoriali e finanziarie all’apparenza pulite, rendendo malato un tessuto economico sano”. Secondo la nuova legge,  si applica la pena della reclusione da due a otto anni a chi, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione del delitto, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa. E’ prevista un’aggravante se il delitto e’ commesso nell’esercizio di attività bancaria e finanziaria. “Finalmente l’Italia si adegua all’Europa – conclude Stefano Vaccari – La proposta di legge porta la firma del Pd. Come partito e come compagine di governo abbiamo voluto con forza questo provvedimento perché in passato, proprio la sua mancata introduzione nel  nostro ordinamento, aveva, di fatto, ostacolato l’efficacia della lotta all’infiltrazione mafiosa al di fuori dei territori di origine”.