GianCarlo-MuzzarelliIl processo di riforma delle Province deve salvaguardare i livelli occupazionali, compresi i dipendenti precari, nel rispetto dell’intesa siglata nel novembre 2013 da Governo, Conferenza delle regioni e sindacati.

Lo affermano Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, e i rappresentanti sindacali del pubblico impiego di Cgil, Cisl, Uil e Rsu della Provincia di Modena, in una presa di posizione congiunta, scaturita da un incontro che si è svolto nei giorni scorsi per discutere gli sviluppi sulla riforma dell’ente contenuti nelle legge di Stabilità.

La riforma – si legge nel documento – deve individuare la titolarità delle funzioni fra i vari livelli istituzionali al fine di arrivare alla «definizione dei fabbisogni di personale e di risorse necessarie allo svolgimento delle stesse. I tagli attualmente indicati dalla legge di stabilità sono inaccettabili in quanto, da qui a tre anni, supereranno l’attuale valore del bilancio della Provincia di Modena, rendendo impossibile l’erogazione dei servizi».

Per quanto riguarda il confronto a livello locale, Muzzarelli e sindacati concordano sulla necessità di «istituire immediatamente un tavolo di coordinamento e di confronto sull’andamento delle dinamiche occupazionali nell’insieme dei comparti della pubblica amministrazione del territorio».

Si richiede, inoltre, l’avvio di un confronto a livello regionale con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini anche sulle «problematiche inerenti l’individuazione delle funzioni e delle relative risorse umane e finanziarie da trasferire alle Province».

Nel maxiemendamento alla legge di Stabilità approvato dal Senato sono previsti la riduzione del 50 per cento delle dotazioni organiche delle Province (a Modena i dipendenti sono oltre 500), un cronoprogramma per la gestione delle mobilità del personale e la conferma dei tagli al bilancio dell’ente.