celtis-australis-carpiNel corso del Consiglio comunale di Carpi del 18 dicembre scorso l’assessore all’Ambiente Simone Tosi ha risposto a due interrogazioni del Movimento 5 Stelle (lette in aula dal consigliere Luca Severi) sulla manutenzione delle alberature di via Mulini e sulla valutazione dell’impatto del verde sull’ambiente urbano, in particolare nel caso di viale Manzoni. Sulle tematiche relative al verde di viale Manzoni (e sui cosiddetti ‘vasconi’ qui sistemati) è stata poi presentata anche una interpellanza dal gruppo Carpi Futura, letta in aula dal capogruppo Giorgio Verrini.

In merito alla prima interrogazione Tosi ha replicato che “gli interventi manutentivi ordinari sui nostri viali sono decisi e programmati dal nostro servizio Manutenzione del verde che opera dandosi delle priorità. Gli interventi si dividono tra gli interventi per risolvere problemi di sicurezza, che assumono una priorità assoluta e quelli sui viali che hanno problemi come quelli che avete segnalato con la vostra interrogazione. Un intervento su via Mulini è stato eseguito qualche anno fa sul lato di nostra competenza che per intenderci è sul lato opposto del canale, mentre oggi non è in programma nessun intervento: il lato sul quale insistono i pioppi cipressini è parte del Demanio provinciale, ed a seguito della vostra ‘interrogazione-segnalazione’ provvederemo ad inoltrare una richiesta di verifica”.

In merito all’intervento di viale Manzoni Tosi ha invece ricordato che questo “non nasceva da un intervento di riqualificazione del viale ma dalla messa in sicurezza del medesimo, quindi di ordinaria manutenzione. Le piante abbattute erano state visionate dai nostri uffici che ne avevano segnalato le criticità, e a seguito di questo intervento abbiamo provveduto alla verifica statica con un agronomo specializzato esterno all’ente: anche questa ulteriore verifica tecnica ha confermato la gravità della situazione. Siamo convinti che gli alberi in città abbiano un valore positivo che va oltre il decoro; ad esempio gli alberi rappresentano una barriera alle isole di calore, un modo efficace per catturare e fissare l’anidride carbonica, insomma svolgono una funzione ambientale. Non a caso il nostro territorio, grazie ad interventi che si sono svolti in molti anni, vede un patrimonio di alberi di notevole importanza. Infatti abbiamo oltre 31mila alberi, di cui 10mila sui viali e 21mila nei parchi, e non dobbiamo scordarci gli oltre 800mila metri quadrati di aree boscate (a demanio comunale) che ci hanno collocato nel territorio provinciale al 4°posto per dimensione delle nuove aree messe a bosco. I lavori in viale Manzoni si sono conclusi con la messa a dimora di 15 alberature. Gli uffici del verde nel progetto di ripiantumazione hanno ritenuto che sul lato sud del viale questo fosse il numero massimo di piante che si potevano mettere a dimora. Va ricordato che parliamo di una via fortemente antropizzata, con la presenza di molti sottoservizi, con molte alberature private, parcheggi. Si sono collocate le alberature in luoghi che possano garantirne un rapido attecchimento ed una futura crescita senza che questo interferisca con l’ambiente circostante. Uno dei motivi che si è analizzato sulle cause che hanno portato al deperimento delle precedenti alberature è stata una modalità operativa della manutenzione del verde eseguite negli anni 70/80 che rispecchiava le esperienze prese dalla gestione delle piante in agricoltura, come capitozzature, potature radicali, dimostratesi modi di intervento errati che hanno creato problemi di stabilità alle alberature, costringendo la pianta ad assumere forme e modalità di crescita innaturali. Altro problema che abbiamo constatato è stata la riduzione dello spazio vitale delle radici, riducendo le aree verdi a fianco dei tronco e del colletto. Non solo l’aver portato gli asfalti vicini ai colletti ha di certo aumentato lo spazio dei parcheggi e della strada, ma ha creato danni irreparabili alle radici ed all’albero: in più abbiamo costatato che sulla base dei tronchi erano presenti molte ferite dovute ad urti riconducibili con molta probabilità a parcheggi errati di auto. Ferite dalle quali sono poi partite infezioni ed attacchi di agenti patogeni, che hanno indebolito la pianta stessa”.

“Questa analisi  ha continuato Tosi – ci ha portato ad adottare moderne tecniche di intervento, come la collocazione delle piante in spazi dedicati e protetti, spazi riservati solo a loro e non più negoziabili o modificabili: i ‘vasconi’ sono una risposta a questa esigenza, perché separano in modo netto ed indiscutibile la sede della pianta dal resto. L’operazione poi della messa in posa ha visto alcuni accorgimenti di indubbia innovazione che per la prima volta abbiamo messo in campo  per interventi sui  nostri viali, come ad esempio la predisposizione di una rete laterale intorno al ‘vascone’, con la funzione di limitare l’apparato radicale superficiale, limitando in questo modo possibili problemi ai pedonali o alla stessa strada. Si è poi collocato un tubo corrugato forato fissato ai pali di sostegno delle piante, che ha la duplice funzione di portare il giusto apporto di ossigeno all’apparato radicale e nei momenti siccitosi, di poter irrigare le piante portando l’acqua in profondità ma soprattutto vicino alle radici, tutti sistemi che hanno lo scopo di far sviluppare rapidamente la pianta. Infine l’albero è stato avvolto da uno strato di ‘arelle’ che ha la funzione di proteggerlo dai colpi di calore come dai colpi di freddo. La tipologia delle piante messe a dimora è quella che volgarmente si chiama ‘pero da fiore’ e che ha le caratteristiche di sviluppare un apparato radicale in profondità e non superficiale; questa pianta ha dimostrato di resistere in modo dignitoso ai drastici cambiamenti climatici in corso, e può raggiungere in fase matura i 9-10 metri con uno sviluppo conico. Oggi i 15 alberi messi a dimora hanno una altezza sui 2,5 metri con un diametro di 13/15 centimetri. Si mettono a dimora alberi con queste dimensioni perché anche qui l’esperienza ha dimostrato che l’albero in questa fase della sua vita ha ottime probabilità di adattarsi, radicarsi e crescere: alberi più vecchi e quindi  più grandi hanno dato risultati non soddisfacenti, con deperimento dell’esemplare o tardo attecchimento con un ritardo dello sviluppo. La piantumazione di viale Manzoni sarà conclusa una volta che sul lato nord sarà realizzata la pista ciclabile. Sarebbe assurdo mettere a dimora degli alberi se poi si dovesse rendere necessario il loro abbattimento per permettere il passaggio della pista ciclabile. Dalle valutazioni fatte dall’ufficio Manutenzione del verde su quel lato potrebbero essere messe a dimora dalle 15 alle 18 piante. La pista – ha concluso Tosi – è stata confermata nel recente Piano delle piste ciclabili votato a fine 2013-inizi 2014. Ad oggi non è stato approvato nessun progetto preliminare e quindi non sono state individuate le risorse per la sua realizzazione. E’impegno di questa amministrazione, compatibilmente con i bilanci futuri, poter realizzare questa pista nel corso del mandato. Stiamo valutando anche modalità operative e progettuali per la ricerca di fondi da altri enti”.

In sede di controreplica Severi (M5S) ha sottolineato in primis come la situazione del filare di via Mulini sia molto negativa e dunque vada tenuta alta l’attenzione, mentre il caso di viale Manzoni dovrebbe insegnare che si dovrebbe puntare su una programmazione della sostituzione delle piante, per evitare di dover intervenire in emergenza. “Questa via è un’occasione sprecata, si poteva rifare completamente la strada con calma e utilizzando un percorso partecipativo”. Il capogruppo di Carpi Futura Giorgio Verrini invece replicando a Tosi ha detto che l’amministrazione comunale “dovrebbe scusarsi per viale Manzoni un poco, visto che i ‘vasconi’ qui collocati sono pericolosi. Affiderei al tecnico del Verde pubblico anche l’intervento urbanistico per evitare disorganicità e una mancanza di progettualità sancita anche dal Comune”.

L’assessore Tosi chiudendo questa parte dei lavori del Consiglio ha infine ribadito che quello di viale Manzoni “non è un progetto di riqualificazione di un viale. Sono stati qui abbattuti alberi pericolosi e seguendo un percorso partecipato, messo in sicurezza la strada. Ci siamo impegnati a piantarne di idonei anche in base al mutamento della cultura civica e 15 piante nuove sono un segnale a mio parere di attenzione – ha spiegato in aula – Dire poi che ci vorrebbe un piano di sostituzione programmata delle alberature cozza contro la polemica fatta per ogni abbattimento di piante decrepite. Noi abbiamo deciso che si buttano giù solo gli alberi malati, non creiamo nuovi casi come viale Focherini. Discutiamo ma troviamo una sintesi e intanto proseguiamo a comportarci così e a mettere in sicurezza le strade”. Rispetto ai ‘vasconi’ poi Tosi ha ricordato come interventi simili si vedano ad esempio in Olanda, garantendo maggior spazio per la pianta per i prossimi 30-40 anni, “un punto fermo per l’esistenza degli alberi insindacabile. Dal punto di vista culturale è un grande passo in avanti, che si sposa con l’impegno per la realizzazione a nord di viale Manzoni della pista ciclabile”.