Il protocollo, siglato nei giorni scorsi, sulle modalità di gestione delle dimissioni protette ospedaliere di cittadini stranieri, con patologie gravi e privi di residenza, serve innanzitutto a garantire una adeguata assistenza sanitaria dopo la dimissione dall’ospedale.

Il protocollo prevede, nei casi più gravi, il ricorso a strutture adeguate – ma non la messa a disposizione di un alloggio – partendo dall’individuazione del distretto sociosanitario che dovrà assicurare cure o assistenza al momento delle dimissioni.

Il documento è stato siglato nei giorni scorsi da diversi enti tra cui la Provincia, l’Ausl, l’Azienda ospedaliera universitaria di Modena, la Questura di Modena, i Comuni di Modena, Castelfranco Emilia, S.Cesario e tutte le Unioni di Comuni modenesi, aggiornando in parte un analogo protocollo del 2005 in base al quale sono stati trattati finora una ventina di casi complessivamente; nel 2014 si è verificato un solo caso a Modena e altri due in provincia.

Almeno un settimana prima della dimissione ospedaliera, il servizio assistenza dell’ospedale, coinvolgendo il paziente, eventuali parenti e conoscenze, individua il distretto che prenderà in carico il paziente stesso sulla base di un eventuale «legame significativo con il territorio, come il domicilio, ospitalità presso residenti e l’attività lavorativa». In mancanza di questi requisiti è individuato il distretto dove è stato prestato il primo intervento di soccorso.

I servizi assistenza del distretto individuato hanno quindi il compito di valutare i bisogni sanitari predisponendo un progetto socio-assistenziale che comprende anche gli «aspetti di accoglienza abitativa o altra soluzione residenziale, legata alla durata del progetto e alle necessità di cura dell’utente». Aspetti di accoglienza che, nei pochissimi casi in cui si è reso necessario per malati gravi, riguardano strutture destinate a questi scopi.

Sempre in caso di patologie gravi e a rischio vita, infine, la Questura si impegna a trattare in modo particolare il rilascio del permesso di soggiorno sulla base di una relazione dettagliata sulla situazione e sul programma sociosanitario in atto.

Viene infine costituito un gruppo tecnico per l’analisi delle situazioni particolarmente complesse, l’individuazione delle procedure di presa in carico e il monitoraggio periodico dell’accordo.