“Da una parte maggiore prevenzione, educazione, formazione e sensibilizzazione a tutti i livelli; dall’altra più controlli, anche con all’utilizzo della Polizia municipale in modo coordinato alle altre Forze dell’ordine”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli in occasione dell’iniziativa sul fenomeno de “Il gioco d’azzardo nella nostra provincia” di sabato 24 febbraio.

L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività di Coordinamento provinciale che il Sindaco di Modena ha assunto come referente dell’associazione “Avviso Pubblico. Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie” ed è stata organizzata nell’ambito del progetto “Legalità, diritti e tutela del consumatore” promosso da Federconsumatori e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il contributo del Comune di Modena e della Camera di Commercio.

Aprendo i lavori, il sindaco ha sottolineato la necessità “che tutti i soggetti siano coinvolti, ciascuno per il proprio ruolo, in un’ottica di sistema, perché i numeri richiedono un impegno forte: i cosiddetti apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro sono circa 1600 in città e quasi 5900 in provincia”. L’Amministrazione è impegnata alla creazione di una rete territoriale di soggetti impegnati nella prevenzione e nel contrasto dell’illegalità, della criminalità organizzata, e, nello specifico dei rischi e delle problematiche, di diversa natura, legati al gioco d’azzardo.

“Serve la responsabilizzazione del mondo delle imprese, con riconoscimenti come il marchio ‘Slot Free ER’, che presto sarà rilasciato anche dal nostro Comune”, ha aggiunto il sindaco, sottolineando che i Comuni non hanno competenze specifiche in materia di regolamentazione del gioco d’azzardo, ma possono puntare energie e attenzione sul tema dell’educazione e della responsabilizzazione dei cittadini. Muzzarelli ha quindi ricordato l’impegno dell’Amministrazione: dai corsi di formazione per amministratori, tecnici e forze dell’ordine all’adesione al Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo, dalla raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo fino all’attività svolta nelle scuole.

Nell’ambito degli itinerari didattici scuola città, il Comune di Modena, da ormai due anni, sta anche portando avanti un percorso formativo specifico. Gli incontri, rivolti a scuole medie e superiori, sono finalizzati a far comprendere ai ragazzi le problematiche legate al gioco d’azzardo, anche nelle sue forme virtuali. Un primo percorso, condotto da un esperto di giochi, ha l’obiettivo di esplorare, in forma ludica e interattiva, alcuni dei principali meccanismi utilizzati per estorcere denaro tramite il gioco, in grado di indurre dipendenza psicologica fino a portare a vere e proprie ludopatie. Il secondo percorso, tenuto da esperti delle associazioni dei consumatori, ha l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sui rischi legati al gioco d’azzardo, analizzando i vari aspetti del fenomeno, la sua evoluzione, la normativa vigente, la pubblicità ingannevole e il ruolo delle istituzioni.

“Sono circa 70 mila i giocatori nella provincia di Modena, di cui un numero che oscilla tra 2 e 3 mila sono giocatori “patologici”, nei quali il gioco non è più un momento di divertimento, ma è divenuto problematico, compulsivo, incontrollabile”. Lo ha detto il direttore Servizio dipendenze patologiche dell’Ausl di Modena Claudio Ferretti durante la tavola rotonda che si è svolta in Municipio sabato 24 gennaio nell’ambito dell’iniziativa “Il gioco d’azzardo nella nostra provincia”.

Ferretti ha osservato che “secondo le stime attuali, il gioco d’azzardo coinvolge fino al 70-80 per cento della popolazione adulta italiana, quindi circa 30 milioni di scommettitori: tra di loro circa 700 mila sono i giocatori patologici” e rapportando il dato alla realtà locale è arrivato alla stima riportata.

I Servizi Dipendenze Patologiche sono gli ambulatori individuati per l’aiuto ai giocatori in difficoltà; nel Distretto di Modena è presente un servizio ambulatoriale presso l’ ex ospedale Estense in viale Vittorio Veneto 9; vi si accede direttamente, anche senza appuntamento. Al servizio di Modena sono giunte negli anni un numero crescente di richieste di aiuto: erano 18 nel 2010 sono arrivate a 46 nel 2014.

“È maschio, quarantenne, regolarmente occupato, sposato con un figlio l’identikit del giocatore che chiede aiuto ai servizi. Gioca in modo compulsivo da due anni ai videopoker e ha una situazione finanziaria molto compromessa”, spiega Ferretti che si è soffermato proprio su un aspetto particolare:  “Un’indagine condotta su un campione di 61 giocatori che si sono rivolti al servizio di Modena tra il 2008 e il 2011 ha evidenziato che solo dodici pazienti non avevano debiti da gioco; nove avevano un debito fino a 5 mila euro, otto tra i 5 e i 10.000 euro e così via fino ad otto che avevano debiti per cifre oltre i 100 mila euro. Il medico ha anche spiegato che “la maggior parte degli utenti ha dipendenza dai videogiochi presenti nei bar e nelle sale gioco, seguito dal gioco del lotto e altri  giochi; negli ultimi due anni sono arrivati anche i primi giocatori con dipendenza da giochi su internet”.

I giocatori che si rivolgono all’ambulatorio effettuano una serie di colloqui con l’assistente sociale e lo psicologo che di norma coinvolgono anche i familiari.  Spesso poi il paziente e la famiglia vengono inviati ai gruppi di auto-aiuto per i giocatori; a Modena ne è attivo uno condotto da personale della Comunità Papa Giovanni 23esimo. In città è anche attivo un punto di ascolto e aiuto presso la sede del Centro di Solidarietà di Modena ed il gruppo di auto mutuo aiuto dei Giocatori Anonimi.

“La famiglia e gli amici sono fondamentali nel riconoscere precocemente il problema – ha continuato Ferretti – di norma il primo campanello d’allarme è la mancanza di denaro. Nel percorso di cura, che dura mediamente un anno, sono poi necessari l’ aiuto e la vicinanza emotiva di familiari ed amici, e soprattutto  la funzione di controllo completo del denaro.