agricolturaLa Cia Emilia Romagna “prende atto” della decisione odierna del Governo che, a seguito dell’impegno dei ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dell’Economia Pier Carlo Padoan, ha rivisto i criteri per l’esenzione dall’Imu dei terreni montani, abrogando la classificazione su base altimetrica stabilita dal contestato decreto ministeriale di fine anno.
“Siamo lieti che sia stata fatta maggiore chiarezza – precisa una nota della Confederazione emiliano romagnola – ma resta il fatto che aziende agricole, operando in una vasta area del Paese, continuano ad essere caricate di un onere fiscale che non si possono permettere. Riteniamo fortemente iniquo gravare di ulteriori balzelli aziende in difficoltà che hanno, tra l’altro, il grande merito di operare per la difesa del paesaggio ed essere spesso anche l’unico bastione contro il dissesto idrogeologico.
Inoltre  -prosegue la nota – anche i nuovi criteri inseriti nel Decreto Legge provocano disparità di trattamento fra imprese che operano con le identiche condizioni produttive, nello specifico dei territori di pianura compresi in comuni classificati Istat come parzialmente montani o meno”.
“Continuiamo a ritenere l’Imu sui terreni di un’impresa agricola una imposta ‘patrimoniale’ ingiusta e sbagliata nel concetto che, in assenza di alternativa, deve essere stabilita rivedendo interamente le norme che danno diritto alla esenzione o alla sua quantificazione – osserva ancora la Cia –  utilizzando parametri legati alla reale possibilità dei terreni di generare reddito e quindi al loro valore da attività agricola oltreché al beneficio sul mantenimento del territorio su cui insistono”.
“Infine – e questa è una doppia beffa per gli agricoltori che devono comunque pagare – parte delle risorse per la copertura finanziaria del provvedimento sono sottratte al ‘pacchetto agricolo’”.