pomodoriIl tavolo per la contrattazione del pomodoro da Industria del Nord, tra Industrie di trasformazione e Organizzazioni di produttori, ha trovato un accordo ieri sera. E i commenti a caldo di Confagricoltura Emilia Romagna non sono del tutto positivi.  “Non sono state recepite le richieste di modifica dei parametri qualitativi – sottolinea il presidente della sezione di prodotto Pomodoro da Industria di Confagricoltura Emilia-Romagna, Giovanni Lambertini – occorreva riscrivere e fissare una volta per tutte le modalità di valutazione qualitativa del prodotto, annosa questione che anche questa volta rischia di poter condizionare pesantemente il prezzo in corso di campagna. E’ pur vero che qualche miglioria è stata introdotta, ma non di carattere sostanziale”.

Il prezzo di riferimento dell’accordo è 92 euro a tonnellata. “Se consideriamo che l’indice medio di pagamento – sottolinea Giovanni Lambertini – negli ultimi tre anni, è stato del 90%, ecco che il prezzo a consuntivo atteso potrebbe essere di 82.80 euro/tonnellata che con le modifiche delle scalette qualitative potrà raggiungere gli 83 euro. Una quotazione insoddisfacente e che ci pone da subito in affanno rispetto ai produttori degli altri paesi competitor come la Spagna che dedicano a questa coltura contributi aggiuntivi considerevoli”.

“Inoltre – prosegue Lambertini – l’accordo prevede queste quotazioni di riferimento sino al raggiungimento di 2.650.000 tonnellate: un obiettivo quantitativo che, salvo una campagna disastrosa, sarà facilmente raggiunto e superato il quale, sono previsti tagli di prezzo progressivi.  Solo se si produrranno meno di 2.450.000 tonnellate è previsto un meccanismo compensatorio”.  “Ora spetta alle Organizzazioni di Prodotto – conclude Lambertini – programmare la campagna con l’obiettivo di assicurare la massima redditività agli associati”.