Dalla costituzione della FIST a livello nazionale,  anche in Emilia Romagna,  FISASCAT CISL , (Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali, affini e del turismo)  e FeLSA (Federazione lavoratori somministrati autonomi ed atipici) istituiscono oggi, 4 marzo 2015, presso la CISL Emilia Romagna, la nuova Federazione Italiana Sindacati del Terziario.

Quindi da oggi, anche in Emilia Romagna, è possibile garantire con maggiore determinazione una rappresentanza sindacale consona ad un mercato del lavoro, nonostante i buoni propositi del Jobs Act, che continua a caratterizzarsi con un ricorso sempre più frequente a tipologie del lavoro flessibile e ad abusi nel lavoro autonomo, che spesso maschera lavoro dipendente non regolarizzato.

La nuova realtà sindacale , che in Emilia Romagna conta più di 30.000 iscritti, nasce per dare ancora di più rilievo ai tanti lavoratori del settore terziario che ormai raffigura nel nostro paese il comparto maggiormente rappresentativo.

“Questo è il risultato di un percorso – dichiara Davide Guarini, segretario generale della FISASCAT CISL Emilia Romagna -di riorganizzazione che la CISL ha iniziato con il Congresso del 2013. La nuova Federazione ha il compito di coordinare, organizzare e condividere le esperienze maturate e consolidate da FISASCAT e FeLSA. Unire le risorse per governare un mercato del lavoro in continua evoluzione avendo il coraggio di affrontare nella contrattazione tutti i temi necessari a garantire uguale dignità a lavoratori subordinati, parasubordinati e autonomi”.

Secondo Nicola Bagnoli, segretario generale FeLSA Emilia Romagna “L’unione delle due forze sindacali rappresenta una innovazione e l’occasione di dare ulteriore spinta politica e organizzativa alla rappresentanza del lavoro nel terziario”.

Il segretario generale nazionale della F.I.S.T., presente oggi a Bologna, Pierangelo Raineri, dichiara: “La flessibiltà non è sinonimo di precarietà. Un sindacato moderno si deve fare interprete dell’evoluzione del mercato del lavoro e prevedere nei rinnovi contrattuali di settore l’estensione dei diritti e delle tutele anche a chi non ha un contratto di lavoro dipendente” e sottolinea “l’importanza strategica dei due comparti per la ripresa economica nel nostro Paese e per l’ingresso di tanti giovani e donne nel mondo del lavoro”.