Ieri sera a Vignola in una sala consiliare oltremodo gremita si è svolto l’incontro dal titolo “Possiamo fare senza Hera?”, in cui si è parlato di gestione dei rifiuti. Ospiti d’eccezione della serata l’ex Sindaco di Forlì e candidato alle scorse primarie regionali del Partito Democratico Roberto Balzani e l’attuale assessore all’ambiente del capoluogo romagnolo Alberto Bellini.
A Forlì infatti, città che attualmente condivide lo stesso gestore di Vignola, la passata amministrazione ha lavorato su progetti di gestione dei rifiuti “in house”, alternativi quindi alla raccolta di Hera. Se tali progetti non si sono ancora tradotti nella pratica, il lavoro svolto dalla giunta di Balzani rappresenta però uno studio articolato e approfondito della questione, utile a fornire diversi spunti di riflessione agli altri enti locali. I punti fondamentali che si intrecciano a questo discorso, emersi anche ieri sera, sono: i costi del servizio affidato ad un gestore come l’attuale rispetto a quelli della gestione autonoma; le modalità di raccolta con l’estensione del “porta a porta” a tutto il territorio; il percorso verso la tariffazione puntuale, per far pagare a ogni cittadino la quantità di rifiuti effettivamente prodotti e per incentivare comportamenti virtuosi.
La serata è stata organizzata dall’Unione Terre di Castelli e in sala erano presenti oltre un centinaio di cittadini degli otto comuni.
Mauro Smeraldi, Sindaco di Vignola e Presidente dell’Unione Terre di Castelli, commenta che “a Forlì l’aver affrontato in modo serio e costruttivo il tema dei rifiuti ha portato ad un ampio consenso verso un’innovazione virtuosa dei sistemi di gestione, non solo in città, ma nella grande maggioranza dei comuni della provincia, tanto che potrebbe già per loro essere possibile la costituzione di un sub ambito autonomo e slegato dalla gestione di Hera. Nella nostra provincia invece le scelte non vengono prese guardando ai dati, ai risultati e ai progetti che si vogliono vedere realizzati per il futuro, ma si ragiona ancora per strategie politiche e interessi non necessariamente della collettività, come anche l’esempio di Aimag in questi giorni ci ricorda. L’Unione Terre di Castelli rappresenta già una dimensione territoriale in cui invece è possibile approfondire queste tematiche e andare a realizzare quei progetti virtuosi che è nostro dovere essere in grado di offrire ai cittadini. Per questo guardiamo con interesse all’esempio di chi ha lavorato bene su questa materia, senza i paraocchi dell’appartenenza politica”.