La commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, oggi presieduta da Roberto Poli (Pd), ha licenziato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta sulla fusione di Granaglione e Porretta Terme, comuni dell’Appennino bolognese.

Nel corso dell’esame del provvedimento legislativo sono stati presentati quattro emendamenti – firmati da Igor Taruffi (Sel), relatore di maggioranza, di cui uno congiuntamente a Paolo Calvano (Pd) –, che sono stati approvati dai consiglieri di maggioranza. Il Gruppo Ln ha votato contro mentre si sono astenuti M5s e Fi.

I tre emendamenti più significativi sono finalizzati a dare risposta al problema sollevato dai sindaci in merito al mantenimento, da parte del Comune di Granaglione, anche dopo la fusione, della gestione in forma diretta del servizio idrico, in deroga alla legislazione nazionale. Come ha spiegato Taruffi, l’inserimento nel disegno di legge del richiamo all’applicazione, per il nuovo Comune nato dalla fusione, delle disposizioni contenute nella cosiddetta Legge Del Rio, evita l’entrata in vigore, entro il 30 settembre prossimo, delle norme contenute nel decreto “Sblocca Italia” relativamente all’affidamento del servizio idrico al gestore unico, che farebbe decadere la gestione in forma diretta oggi svolta dal Comune di Granaglione. Grazie, poi, all’introduzione di una specifica norma, ha proseguito il relatore, “si concede al Comune di Granaglione di stipulare, entro il 31 dicembre 2015, con l’Agenzia territoriale per i servizi idrici e i rifiuti dell’Emilia-Romagna (Atersir) uno specifico accordo volto al mantenimento della gestione in forma diretta del servizio idrico per almeno altri tre anni, secondo appunto le specifiche previsioni della Legge Del Rio”.

Galeazzo Bignami (Fi), relatore di minoranza, ha chiesto che la commissione fosse informata “di quanto deciso nell’incontro, svoltosi il giorno prima, fra i sindaci dei due Comuni, il relatore di maggioranza, gli assessori regionali al Bilancio e riordino istituzionale e alla Difesa del suolo politiche ambientali e della montagna e alcuni tecnici della Regione. Ciò al fine di comprendere se la soluzione al problema dell’acqua prospettata da Taruffi sia condivisa dai primi cittadini”.

Analoga richiesta di informativa è arrivata da Silvia Piccinini (M5s).

Contrari al progetto di legge si sono dichiarati Daniele Marchetti e Gabriele Delmonte (Ln), i quali, rilevato che la soluzione proposta da Taruffi al problema della gestione del servizio idrico “è utile solo a guadagnare tempo, dato che l’intervento sulla legge Sblocca Italia è di competenze delle Camere”, hanno chiesto “di ripartire da zero per evitare un referendum che, secondo loro, avrebbe esito contrario alla fusione”.

Per Calvano, Gian Luigi Molinari, Marcella Zappaterra e Paolo Zoffoli (Pd), le risposte ai dubbi e alle richieste di informativa delle opposizioni “sono contenute negli emendamenti presentati dal relatore, frutto di un attento confronto con i sindaci e i tecnici che ha consentito di individuare la soluzione normativa finalizzata a licenziare il progetto di legge, a portarlo all’approvazione dell’Assemblea legislativa il  prossimo 24 marzo e a consentire lo svolgimento del referendum delle popolazioni interessate il prossimo mese di ottobre, come richiesto dai due Comuni”. (LG)