La Cisl Scuola Emilia Romagna è l’unico sindacato confederale che, rispetto alla tornata elettorale di tre anni fa, ha rafforzato la propria rappresentanza sul territorio regionale con una crescita percentuale di circa mezzo punto e quasi 800 voti in più, a fronte di una brusca frenata della Cgil (-4.78%) e un sostanziale stallo della Uil (-0.13%). Aumenti considerevoli si sono registrati in numerose province, con veri e propri exploit a Ferrara, dove la crescita è più che raddoppiata (8.71 % nel 2012, 18.60 oggi), a Reggio Emilia e Forlì, territori in cui la categoria cislina è diventata nettamente il primo sindacato. Di rilievo anche l’esito della provincia di Modena, dove la Cisl elegge 86 rappresentanti, dieci in più rispetto al 2012.

È questo l’esito delle elezioni per il rinnovo delle rsu (rappresentanze sindacali unitarie) nella scuola, che si sono svolte la settimana scorsa e i cui esiti finali sono giunti solo oggi.

“Ora che i dati sono definitivi – ha sottolineato Anna Cicognani, segretario generale regionale della categoria della Cisl – possiamo dire a pieno titolo che i riscontri avuti sono stati molto confortanti, sia per il consolidamento della nostra organizzazione nelle preferenza dei lavoratori, sia per la larga partecipazione al voto (oltre 71%)”. “Una prova di fiducia – continua la sindacalista Cisl – che ci ha consentito un importante risultato frutto di proposte puntuali e credibili, ottenuto grazie all’impegno di un sindacato che dà risposte, senza demagogia, ai tanti lavoratori e precari che chiedono garanzie. Un risultato che appare ancora più rilevante perché prodotto in un contesto di grande difficoltà come quello attuale, con il proliferare di liste di sindacati autonomi e di categoria che hanno incentrato la loro campagna elettorale contro i sindacati confederali”.

“Ora – conclude la segretaria della Cisl Scuola – dopo questa tornata elettorale, forti anche delle conferme ottenute, il nostro impegno a difesa di tutti lavoratori della scuola continuerà con ancora più decisione, visto che i lavoratori della scuola hanno il contratto nazionale bloccato dal 2009 e sono alle prese con un governo che, al di là dei vacui proclami, sembra indeciso a tutto, specie su punti particolarmente delicati come la stabilizzazione dei precari”.