laboratorio-Sassuolo1Dal 22 maggio 2012 il Palazzo Ducale di Sassuolo è stato individuato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna e dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Emilia, come Centro di raccolta e cantiere di pronto intervento per offrire un ricovero temporaneo ai beni artistici lasciati incustoditi all’interno degli edifici lesionati o distrutti dal sisma e per provvedere alla loro messa in sicurezza qualora fossero stati gravemente danneggiati.

A distanza di oltre due anni, il Centro di Raccolta continua a dare ospitalità a oltre 2000 oggetti provenienti dalle quattro province dell’area del cratere (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia) e, grazie ai fondi messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Emilia Romagna, ha provveduto alla messa in sicurezza di oltre 1500 oggetti, portando a termine gli obbiettivi previsti. Gli interventi sono stati condotti da 27 restauratori, che hanno operato per 18 mesi in gruppi di sei unità alla volta, dietro la supervisione scientifica dei due Istituti Centrali del Restauro (L’Istituto Superiore per la conservazione e il Restauro di Roma e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze), il coordinamento organizzativo della Soprintendenza di Modena e la collaborazione dei funzionari della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Bologna.

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A questo gruppo di restauratori si sono poi affiancati, in momenti diversi e per periodi di tempo limitato, 40 studenti provenienti dalle Scuole di Alta Formazione dei rispettivi Istituti Centrali di Firenze e Roma e dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, che hanno avuto l’opportunità di svolgere i propri tirocini formativi presso il Centro di Raccolta di Sassuolo, fornendo un prezioso contributo alle attività in corso.

Terminata questa fase emergenziale di prima messa in sicurezza, sostenuta da un finanziamento complessivo di € 502.534 di cui 277.534 della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e 225 mila del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, una recente convenzione, siglata con l’Associazione tra Casse e Monti dell’Emilia Romagna (ACRI) e la Soprintendenza di Modena,  ha reso possibile stanziare un contributo di ulteriori 100 mila euro che consente al Centro di Raccolta di intraprendere un’attività di lungo periodo contraddistinta dalla possibilità di effettuare alcuni restauri.

Gli interventi affidati a restauratori, selezionati sulla base dei requisiti di qualificazione posseduti e di preventivi di spesa, saranno rivolti a opere scelte in base al loro stato di conservazione ed alle liste di priorità predisposte nel corso delle operazioni di messa in sicurezza, sfruttando le attrezzature già in dotazione e gli ambienti del Centro di Raccolta e dando precedenza alle opere di più grandi dimensioni al fine di contenere i costi ed  i rischi derivanti dal loro trasferimento presso laboratori esterni.

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La schedatura e la documentazione prodotta continuerà a confluire all’interno di una banca dati del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in continuo popolamento da parte dello staff del Centro di Raccolta, che già accoglie la documentazione sugli interventi di messa in sicurezza, il cui accesso è stato autorizzato agli enti pubblici e privati proprietari per consultare e ottenere informazioni sulle opere ricoverate.

Dando seguito ai progetti e alle iniziative già promosse in passato dal Centro di Raccolta per consentire un’adeguata valorizzazione e divulgazione del lavoro svolto e dell’esperienza maturata, riconosciuta ormai a livello nazionale quale esperienza pilota nella gestione delle emergenza, la documentazione prodotta sarà anche consultabile on line mediante la creazione di un apposito sito internet, di prossima pubblicazione, che si configurerà come canale di accesso privilegiato per intercettare e avvicinare chi è interessato alla conoscenza del patrimonio artistico danneggiato e alle attività finora svolte.