carabinieri_2002I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile e della Stazione di Imola hanno eseguito una misura cautelare coercitiva dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare nei confronti di un 46enne del luogo, accusato di minacce aggravate e maltrattamenti in famiglia.

Alle ore 19:45 di venerdì scorso, la Centrale Operativa del 112 ha ricevuto la segnalazione di una donna che riferiva di avere problemi con il fratello che stava minacciano la madre anziana. “Ti ammazzo! Ti ammazzo!, che cazzo li hai chiamati a fare! Ti picchio!” è stata la reazione dell’uomo nei confronti della vittima, quando si è accorto dell’arrivo dei Carabinieri. L’uomo, conosciuto alle forze dell’ordine per la sua indole violenta e i precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona, è stato tranquillizzato e accompagnato in caserma per ulteriori approfondimenti investigativi nel corso dei quali è emersa una situazione familiare preoccupante – caratterizzata da minacce, aggressioni psicologiche, danneggiamenti e furti a danno della madre – che ha richiesto l’intervento immediato dell’Autorità Giudiziaria.

Nel provvedimento firmato dal dott. Letizio Magliaro, GIP presso il Tribunale di Bologna, è stato ricordato che il delitto di maltrattamenti richiede, secondo l’insegnamento costante della Suprema Corte (cfr. ex pluribus Cass. Pen., sez. VI, sent. N 3570 del 18 marzo 1999), la sottoposizione dei familiari, ancorché non conviventi, ad atti di vessazione continui e tali da cagionare agli stessi sofferenze, privazioni, umiliazioni che costituiscono fonte di uno stato di disagio continuo ed incompatibile con normali condizioni di esistenza; con conseguente necessità di accertare, sotto il profilo della gravità indiziaria comportamenti abituali, caratterizzati da una serie indeterminata di atti di violenza, di ingiuria, di minaccia e di danneggiamento, che manifestino l’esistenza di un programma criminoso volto a rendere sostanzialmente intollerabile lo stato di convivenza. Il 46enne, allontanato dall’abitazione con l’obbligo di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla madre, è andato ad abitare in un affittacamere.